Stamattina, nel corso della trasmissione “Unomattina” (Rai1), che opportunamente ha trattato il problema della sicurezza sul lavoro, è stato intervistato il Presidente dell’Ispel, Dott. Antonio Moccaldi, ma nessuno ha chiesto al responsabile della sicurezza dei lavoratori come mai l’istituto da lui diretto non abbia più facoltà di accesso nei luoghi di lavoro per i suoi compiti istituzionali di controllo.
La verità è che l’attuale dirigenza dell’Ispesl ha ritenuto inapplicabile l’ART. 23 Comma 6 della legge 833/1978, che attribuiva all’Ispesl questa facoltà. La situazione che ne è derivata è gravissima e davanti gli occhi di tutti per le morti bianche che, purtroppo, ancora si verificano con una costanza preoccupante.
Davanti alle morti della Thyssen Krupp e a quelle di Porto Marghera, Prodi ha detto che i controlli di sicurezza devono essere più severi, ma i controlli ispettivi di competenza dello Stato non vengono più fatti perchè l’Ispesl omette di farli! E l’Ispesl è l’unico organo statale e del SSN competente (dpr 619/1980, d.lgs. 268/1983, dpr 202/2002, artt. 1) una volta avvenuto il trasferimento del personale medico, chimico e tecnico dagli ispettorati del lavoro (art. 73 l. 833/1978). Di chi la responsabilità?
Probabilmente la Corte dei Conti dovrebbe verificare come vengono spesi i fondi e i contributi di ricerca da parte dell’Ispesl: 700.000 euro alla Fondazione Don Gnocchi per fare un centro di ricerca, anche se la fondazione non e’ una istituzione scientifica ma una istituzione di ricovero e cura, e a dicembre 300.000 euro, oltre assunzioni e rimborsi per materiali di ricerca, alla Università di Chieti.
Desta anche perplessità che il CdA Ispesl si sia auto-attribuito emolumenti superiori a quelli fissati dalla Presidenza del Consiglio: (238.000 euro annuali al Direttore invece di 130.800) somme che lo stesso CdA solo nel 2007 ha cominciato a restituire.
Il Codacons chiederà alla Corte dei Conti di svolgere una approfondita indagine sull’Ispesl e sulle funzioni che essa esercita per la tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro, e auspica che la trasmissione “Unomattina” dia spazio e voce anche direttamente ai lavoratori e fornisca informazione su ciò di cui il Direttore Ispesl non ha fatto parola.