Con una ordinanza di oggi la sesta sezione del Consiglio di Stato (Pres. Giovanni Ruoppolo, Rel. Roberto Chieppa) ha accolto il ricorso proposto dal Codacons contro la Regione Lazio circa l’utilizzo dei fondi derivanti dalle sanzioni dell’Antitrust.
Il CdS ha sospeso il decreto della Regione del 9 maggio 2007 nella parte in cui, anziché devolvere l’intera cifra di 1.200.000 euro ad iniziative in favore dei consumatori, aveva assegnato 600.000 euro alle associazioni dei consumatori trattenendo per se altri 600.000 euro per sviluppare progetti preesistenti, quali il portale dei consumatori e il numero verde della Regione stessa.
Ma ciò facendo la Regione aveva incaricato una società per azioni, la LAIT SPA, la quale, tra l’altro, per assumere poche unità di personale da adibire a questi nuovi servizi, aveva previsto nel progetto la bellezza di 385.000 euro per spese personale.
Il Codacons, dopo aver verificato che il numero verde in questione non solo non dava informazioni ai consumatori, ma a tutti rispondeva che il quesito sarebbe stato passato ad un fantomatico comitato tecnico che avrebbe risposto dopo 7/10 giorni, e dopo aver verificato che la paga degli addetti al call center non era certo tale da giustificatore la spesa di 385.000 euro, ha impugnato al Tar Lazio la delibera regionale eccependo anche che se la Regione può essere assoggettata a sanzioni da parte dell’Antitrust, è assurdo poi che ad essa vengano restituiti i fondi delle multe varate proprio dalla stessa Autorità.
Il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva ma il Consiglio di Stato in appello l’ha accolta con la seguente motivazione:
“il ricorso appare, allo stato, sorretto da sufficienti fumus boni iuris, in quanto:
– l’art. 6, comma 1, del D.M. 2 marzo 2007 prevede che gli interventi in questione possono essere realizzati o direttamente dalla Regione o in collaborazione con le associazioni dei consumatori;
– l’intervento tramite la LAIT non può essere considerato intervento diretto della Regione, non potendo detta società essere qualificata come organismo c.d. in house in assenza del requisito del controllo analogo (partecipazione non totalitaria; previsione nello Statuto della possibilità per la Regione di scendere al di sotto del 70% del capitale)”
“E’ stato ristabilito un sacrosanto principio per cui non può essere certo una SpA con scopi di lucro a decidere interventi a vantaggio dei consumatori italiani – commenta il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Ci auguriamo ora che la Regione voglia destinare anche questi 600.000 euro ai cittadini. Se ciò non avverrà, sarà inevitabile chiedere che la Corte dei Conti si rivalga nei confronti dei funzionari che hanno deliberato questo assurdo provvedimento per i danni subiti dalla collettività. La decisione – conclude Rienzi – sarà ora estesa a tutte le altre regioni d’Italia che si sono trattenute parte dei fondi derivanti dalle multe senza destinarli alle associazioni dei consumatori”.