Consumatori italiani come quelli tedeschi.
Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, facenti parte dell’Intesa dei consumatori, indicono ufficialmente lo sciopero dei consumi per il prossimo 5 luglio, sulla scia di quello tedesco che si terrà domani.
Le 4 associazioni, a partire da lunedì, inviteranno i propri iscritti e tutti i cittadini che le contatteranno ad astenersi, nella giornata di venerdì, dall’effettuare acquisti di ogni tipo.
Lo sciopero è stato indetto dall’Intesa per protestare contro il caro-euro, gli arrotondamenti selvaggi e gli aumenti di prezzi che hanno seguito l’introduzione della nuova moneta e che stanno svuotando le tasche dei consumatori, e per richiamare ancora una volta l’attenzione sul fenomeno.
Nonostante l’Istat affermi che gli aumenti sono minimi, affermano le 4 associazioni, continuiamo a ricevere le lamentele dei consumatori circa incrementi, anche sostanziosi, dei prezzi di tutti i beni e, dato che le istituzioni non sono in grado di risolvere la situazione ? o forse non vogliono ? l’unica cosa da fare è scioperare.
Lo sciopero consisterà nell’astenersi, per un giorno, dal fare la spesa, consumare un caffè, mettere benzina, andare al cinema, ecc. L’Intesa dei consumatori invita quindi i cittadini ad acquistare il giorno prima i beni essenziali, a prepararsi, la mattina del 5 luglio, il cappuccino a casa anziché prenderlo al bar, a rimandare di un giorno il pieno di benzina, a vedersi un bel film in tv la sera, anziché andare al cinema o a teatro?
L’Intesa ha previsto che, nonostante la difficoltà di attuazione pratica della protesta, un’adesione pari al 20% dei cittadini, provocherebbe un danno per il commercio nazionale pari a 30 milioni di euro, cifra infinitamente inferiore rispetto al danno economico che commercianti, enti pubblici e privati e Governo hanno arrecato ai consumatori approfittando dell’euro.
Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, che continuano la loro battaglia contro il caro-euro e gli aumenti dei prezzi, invitano tutti gli organi di stampa a diffondere il più possibile l’iniziativa per consentire la massima adesione dei cittadini.
Intanto la prossima settimana l’Istat siederà sul banco degli imputati dinanzi al Tar del Lazio. La convocazione arriva a seguito di un ricorso del CODACONS, presentato al fine di far chiarezza sul paniere di beni sul quale viene calcolata l’inflazione. Nonostante le numerose richieste del Codacons, infatti, l’Istat ha sempre rifiutato di fornire gli elementi disaggregati che compongono il paniere.