Sembrerebbe proprio che gli italiani siano un popolo di imbroglioni. Questo emerge facendo qualche rapido calcolo sui circa 15 milioni di cartelle “pazze” che, come un’onda anomala, si stanno per abbattere sull’Italia. A ben vedere, se dai circa 55 milioni di abitanti si escludono tutti coloro che non producono reddito (minorenni, disoccupati, pensionati, etc.), ad ogni cittadino italiano “produttivo” toccherà in media almeno un regalino da parte dell’Amministrazione finanziaria. È di questi giorni la notizia che stanno per partire, o sono partite, circa 15 milioni di cartelle con cui il fisco, gli enti locali e l’Inps invitano a pagare tasse o contributi arretrati. Anche se Attilio Befera, direttore generale della riscossione alle Finanze, ridimensiona il numero, rimane il fatto che, grazie alle Società concessionarie della riscossione dei tributi, errori nelle dichiarazioni (nella migliore delle ipotesi) vengono considerate evasioni mentre gli evasori, quelli totali, grandi e piccoli, restano sconosciuti al fisco e impuniti. La concentrazione di una così imponente massa di documenti è stata provocata dal fatto che tutte le procedure erano rimaste ferme per oltre un anno, in attesa che partisse la riforma delle riscossioni, entrata in vigore (solo formalmente) nel luglio ’99. Così, anche se la giustificazione addotta è quella di interrompere i cosiddetti termini prescrizionali, resta che, in moltissimi casi, si tratta di palesi errori ai quali il cittadino dovrà “venire incontro” o attraverso un esborso immediato che gli permetta di evitare a priori di incappare nelle maglie della burocrazia, oppure dotandosi di tanta buona pazienza davanti agli sportelli quando non voglia ricorrere all’aiuto di un professionista. Tutto ciò provocherà un “ingorgo” agli sportelli e ai vari numeri verdi (si ricorda qui il centro di assistenza telefonica del Ministero delle Finanze 147800444 oppure 147800333) tanto più che è sì vero che le nuove cartelle sono di più agevole lettura (e non ci voleva molto a migliorare questo aspetto) ma è anche vero che la cartella post-riforma è unica, nel senso che serve a chiedere sia il pagamento dell’imposta sia la mora, e che il contribuente ha solo sessanta giorni di tempo per pagare. Mentre da più parti si levano accuse al Ministero delle Finanze, mentre si invoca una sospensione dell’invio fino a quando non sarà stata verificata l’esattezza dei dati, mentre si chiede di individuare i responsabili (Dipartimento delle Entrate e Sogei), mentre i dipendenti degli Uffici protestano contro il fatto di dover rivestire il ruolo di “capro espiatorio” dell’inefficienza della burocrazia italiana, al comune cittadino suddito “delinquente” italiano non rimane, pertanto, che mettersi in coda e sperare di aver ragione. Solo qualche considerazione: visto che molto spesso il contribuente è ingiustamente gravato dell’onere di dimostrare la sua innocenza, perché almeno non esentare i ricorsi fino a 500.000 Lire dai bolli? Perché non concedere istanza di sospensione illimitata sino a verifica, nel caso di errore dell’Amministrazione finanziaria? Perché, ancora, non revocare la concessione della riscossione a chi sbaglia? Non è per caso che tutte queste “cartelle pazze” non siano poi così pazze in quanto hanno una loro logica che segue un disegno prestabilito? La risposta? Sta tutto in una invisibile manovra finanziaria. Infatti, non potendo il governo aumentare le tasse, ha pensato di introitare 1.500.000.000.000 dico millecinquecentomiliardi in imposta di bollo. Infatti se il contribuente volesse difendersi dovrebbe sborsare L. 100.000 per proporre un ricorso di cui L. 20.000 da apporre sull’atto, L. 20.000 per la marca delega al difensore, L. 20.000 per la pubblica udienza, L. 20.000 per l’istanza di sospensione e L. 20.000 le memorie illustrative. Se poi vuole permettersi di chiedere le spese di giudizio deve sborsare ulteriore L. 20.000. Alla fine non ti rimane che una scelta democratica: o paghi in imposta di bollo, o paghi l’imposta richiesta non dovuta. Ancora una volta non viene smentita la filosofia sempre più attuale del grande comico TOTÒ: ” ? ED IO PAGO !!! “