E’ un tristissimo caso di malasanità quello che ha raccontato ai legali del Codacons Sicilia una donna catanese che ricovera al Vittorio Emanuele la madre settantenne, periodicamente sottoposta a dialisi, per forti dolori addominali; la signora deve subire un intervento chirurgico e il medico assicura, dopo soli 45 minuti, che tutto è andato nel migliore dei modi e che il blocco intestinale era stato risolto. La donna viene però portata in terapia intensiva dove sono gli stessi familiari, nel corso della consueta visita negli orari consentiti, che si accorgono dell’aggravarsi delle condizioni generali di salute e chiamano il medico che riscontra una pericolosa tachicardia. Di lì a poco la situazione si aggrava e la povera donna viene trasferita in un altro ospedale cittadino per essere sottoposta a dialisi in quanto la struttura ove è stata operata non dispone delle necessarie apparecchiature. Dopo qualche giorno i medici ritengono necessario un nuovo intervento chirurgico per un ulteriore blocco intestinale e in quell’occasione riscontrano che l’addome è pieno di feci in quanto, così affermano, nel corso del precedente intervento non si era proceduto alla pulizia prima di ricucire l’incisione.
Il giorno successivo la donna non riesce a superare la crisi e muore tra il dolore dei familiari che, pur avendo provveduto prontamente al ricovero nel corso del primo blocco intestinale, non si danno pace per il pessimo trattamento ricevuto dalla congiunta. Con l’assistenza dell’Avv. Isabella Altana dell’Ufficio Legale Codacons Sicilia i figli hanno presentato una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania chiedendo di accertare le responsabilità, sequestrare le cartelle cliniche e di fare pronta giustizia allo scopo soprattutto di evitare che si possano ripetere episodi del genere.