“Eliminare il reddito di cittadinanza significa togliere una possibilità concreta di reinserimento lavorativo a centinaia di persone di età superiore ai 40 anni penalizzando le famiglie friulane in difficoltà “. La denuncia arriva dal Codacons che in provincia di Udine assicura di assistere decine e decine di persone che rientrano tra i parametri necessari a beneficiare del reddito di cittadinanza. “L`identikit delle persone che hanno chiesto il nostro aiuto – dice il referente provinciale dell`associazione dei consumatori, Nicola D`Andrea – è chiaro. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne che vivono sole, magari con uno o due figli a carico che dopo la fine di una relazione devono inventarsi un mestiere per garantire un futuro e una vita degna ai loro bambini. E poi ci sono le persone in età già avanzata che perdono il lavoro magari perché la ditta dov`erano dipendenti chiude i battenti“. Per questo motivo, secondo il Codacons, l`abolizione di queste misure di welfare porterà gravi conseguenze dal punto di vista sociale. “Si tratta di misure che si pongono in netto contrasto con i più basilari principi di solidarietà e sostegno ai cittadini in difficoltà – attacca il referente regionale del Codacons, Vitto Claut -. Innanzitutto si rileva l`assenza di vere motivazioni. In particolare per quanto riguarda il reddito di cittadinanza che in nessun modo si può considerare un sussidio vista la sua natura transitoria (massimo 12 mesi rinnovabili esclusivamente per ulteriori 12 mesi) e subordinata a specifici obblighi che vengono posti a carico dei beneficiari specie sotto il profilo dell`impegno nella partecipazione a procedimenti di reinserimento sociale e/o lavorativo. Inoltre – prosegue Claut – vanno rilevati gli stringenti presupposti sotto il profilo reddituale a cui è vincolata tanto da ritenersi dovuta solo nelle condizioni di effettiva difficoltà . Basti solo evidenziare che il requisito del reddito per l`accesso non può essere superiore a 5mila euro annue per l`intero nucleo familiare, il che significa famiglie che vivono con entrate mensili non superiori a 450 euro“. A sostegno della sua tesi il Codacons elenca i dati relativi ai beneficiari del reddito di cittadinanza. “Non è un caso – dice Claut – che oltre il 30% dei soggetti è compreso nella fascia d`età che va dai 55 ai 65 anni. si tratta di persone che hanno già terminato il periodo lavorativo o che sono usciti prima del tempo ma che hanno più difficoltà a riinseririsi proprio per il loro dato anagrafico. Ciò contro il solo 8% di beneficiari di età tra i 25 ed i 36 anni ovvero di coloro che più facilmente trovano accesso al lavoro. Si capisce pertanto come non possa essere sostenuta la tesi che tale istituto costituisca un sorta di sussidio. Nella pratica quindi tale misura di sostegno, oltre che nei casi di disoccupazione transitoria anche giovanile va a tutelare proprio quelle fasce più deboli della popolazione che hanno più difficoltà a reinserirsi nell`attività lavorativa, o vivono situazioni di difficoltà sociale o psicologica. Facendo un esempio concreto voglio ricordare l`esperienza del Codacons nell`assistenza fornita agli sfrattati dal Centro Sociale di Fagagna tra i quali vi erano persone disagiate con età dai 50 ai 65 anni che vivevano solo con pensioni di invalidità anche di soli 253 euro al mese“.