Il Codacons e l’As.Co.Pa.l. (Associazione dei parenti per la difesa dei diritti dei lungodegenti) scendono sul sentiero di guerra contro la delibera regionale n. 2499 del 97. Con questo provvedimento, la Regione Lazio ha diviso i pazienti in due categorie, lungodegenti e persone non bisognose di assistenza medica continua (ad esempio, anziani non autosufficienti ma non propriamente “malati”). I primi andranno ricoverati nelle grandi strutture sanitarie, i secondi , invece, finiranno nelle cliniche sotto i 120 posti letto, che saranno riconvertite a questo proposito nelle cosiddette Residenze Sanitarie Assistenziali o RSA. Una riforma che fa acqua da tutte le parti! La Regione, infatti, ha pubblicato insieme alla delibera istitutiva delle RSA anche il rapporto percentuale tra lungodegenti (pari al 60% dei ricoverati) e riconvertibili, ovvero non bisognosi di assistenza continua (pari al restante 40%). I dati si riferiscono ad uno studio del 1989 che, però, secondo l’assessore regionale alla sanità, nel frattempo si sarebbero addirittura invertiti, sicché oggi a parere dell’ineffabile dott. Lionello Cosentino i lungodegenti sarebbero il 35% dei ricoverati totali e i restanti 75% sarebbero tutti bisognosi di assistenza medica continua! Un cambiamento a dir poco sospetto tanto che il Codacons e L’Associazione per la difesa dei Lungodegenti sentono puzza di bruciato; insomma non é la riforma delle strutture sanitarie a corrispondere al rapporto tra i due generi di pazienti, ma il contrario! Come detto, nel 1989 nei nosocomi laziali i pazienti ricoverati non lungodegenti erano il 40%. Troppi, secondo la Regione, che nel 1993 istituì commissioni ASL per evitare che cliniche e ospedali si trasformassero in altrettanti ospizi. Ergo, sarebbe dovuto diminuire il numero totale dei pazienti ricoverati e il rapporto percentuale tra tipi di ricoverati si sarebbe dovuto spostare bruscamente a favore dei lungodegenti, quelli preferibilmente ammessi al ricovero. Ebbene, secondo la Regione, le commissioni avrebbero invece peggiorato la situazione: oggi ci sarebbe solo il 35% di lungodegenti, peraltro destinati ad essere trasferiti armi e bagagli fuori dal territorio capitolino, lontano dalle famiglie. Le cliniche sopra i 120 posti letto, infatti, sono quasi tutte fuori Roma. Chi é in lista di attesa, non viene ricoverato, nonostante l’esistenza di posti letto liberi. Cosentino, ha infatti bloccato i ricoveri nelle cliniche convenzionate che non hanno firmato l’accordo. Dunque il braccio di ferro politico vale più del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione Insomma, una riforma non a favore del malato, ma contro il malato, contro la quale il Codacons e l’ASCOPAL intendono battersi perché siano apportati dei correttivi e invitano tutti i parenti dei ricoverati in lungodegenza a mettersi in contratto con i seguenti numeri: