La decisione dell’Opec di chiedere ai suoi membri di rispettare strettamente le quote di produzione, decisione che equivale ad una riduzione di 520 mila barili al giorno, significa una stangata senza precedenti per i consumatori, non solo italiani. Il rischio è che ora la benzina ed il gasolio ritocchino i record storici di giugno e luglio 2008 e vadano nuovamente sopra 1,5 euro al litro.
Finalmente si stava registrando un calo del prezzo del petrolio (ieri, ad esempio, il brent era sceso sotto i 100 dollari a barile per la prima volta in 5 mesi), un calo che l’Opec ha voluto evidentemente bloccare, invertendo la tendenza.
Il Codacons chiede al Governo di mandare domani la Guardia di Finanza per controllare che non si verifichino già domani ingiustificati rialzi alla pompa. Si tratterebbe solo di speculazioni, infatti, considerato che la benzina avrebbe dovuto calare nei giorni scorsi di 6 centesimi. Il calo alla produzione, inoltre, non può determinare un rialzo dei prezzi nel brevissimo periodo, dall’oggi al domani.
E’ evidente, invece, che per i prossimi mesi ci attende una ulteriore stangata, stangata che per l’Italia sarà maggiore in confronto agli altri Paesi, sia per colpa dell’assenza di concorrenza, sia per colpa dell’eccessivo carico fiscale.
Per questo il Codacons chiede al Governo nuove misure in materia di liberalizzazione dei prezzi, in materia di trasparenza (dagli insufficienti benzacartelloni, alla scarsa visibilità dei prezzi esposti) ed una riduzione delle accise di almeno 6 centesimi di euro.