Da qualche giorno è in circolazione uno spot televisivo che mostra una donna affranta e irritata poiché, salita sulla bilancia, l’ago si ferma circa a 62 kg! Un peso eccessivo, secondo la protagonista della pubblicità, che sbuffa e si arrabbia poiché troppo ?grassa?. Per fortuna l’amica le suggerisce un prodotto dimagrante, grazie al quale potrà vincere la prova della bilancia. E infatti, dopo averne fatto uso, sale di nuovo sulla bilancia, il cui ago si ferma questa volta attorno ai 55 kg. La donna, evidentemente felice, esulta, poiché ora non è più grassa e si sente meglio con se stessa e con i propri abiti. Uno spot apparentemente innocente, questo, che però non manca di suscitare polemiche.
Una signora romana, infatti, madre di due bambini, si è rivolta al CODACONS poiché, dopo aver visto la pubblicità del prodotto, si è sentita grassa e fuori forma ed è stata preda di crisi depressive. La signora pesa infatti 63 kg. A seguito dei due parti, avvenuti qualche anno fa, ha aumentato il proprio peso corporeo, ma non soffre certo di problemi di obesità e non è certo quella che si può definire una ?cicciona?.
Tuttavia lo spot, che mostra una donna che a circa 62 kg si sente grassa, le ha fatto sorgere seri dubbi sul proprio stato fisico, poiché la stessa non ha mai ritenuto cicciona una persona che pesasse 62 kg, almeno fino a quando non ha visto questa reclame. Tanto da fargli venire una leggera depressione. La signora ha prontamente contattato il CODACONS a cui ha denunciato l’accaduto, intenzionata ad ottenere una sua personale giustizia.
Ora il CODACONS si chiede: quante altre donne ? e non solo ? si saranno sentite grasse a seguito di questo spot? E ai medici chiede: può una persona che pesa 62 kg definirsi grassa? E soprattutto quali sono gli effetti di simili spot sui giovani già minati dalla piaga dell’anoressia?
L’associazione ha deciso di presentare un esposto all’Autorità Antitrust e al Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria affinchè valuti se lo spot del prodotto dimagrante risulti in qualsiasi modo lesivo della dignità del telespettatore e pericoloso per la salute dei giovani, e nel caso ne inibisca la diffusione.