I 6 MILIONI e 200mila euro che il Comitato di vigilanza sull`acqua ha ordinato che vengano tolti dalle bollette sarebbero solo la punta dell`iceberg della vicenda che vede al centro dell`attenzione l`Ato 3 del Medio Valdarno e Publiacqua. Lo sostiene Marco Carraresi, capogruppo Udc in Consiglio regionale, che ha presentato gli atti per costituire una commissione d`inchiesta. Commissione voluta anche da Alberto Magnolfi, capogruppo di Forza Italia, e da Roberto Benedetti, capogruppo di An. E` possibile che l`organismo investigativo venga insediato il 16 settembre, quando l`aula si riunirà dopo la pausa estiva. E non è escluso che voglia aderire anche la sinistra radicale. Carraresi, però, oggi apre un capitolo nuovo, non ancora passato alla valutazione del Comitato ministeriale. Infatti scrive: “Quei 6 milioni e 200 mila euro sono solo una parte dei conguagli che Publiacqua ha preteso e ottenuto dall`Ato 3. La somma totale arriva a 33 milioni e 658mila euro. Ossia 31 milioni e 358mila, più 2 milioni e 300mila d`interessi“. Perché questo salasso sulle bollette degli utenti di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli Mugello, Val di Sieve e di buona parte della provincia d`Arezzo? Carraresi lo spiega così: “E` una somma riconosciuta dall`Ato a Publiacqua per i mancati introiti degli anni precedenti. Infatti è successo che dal 2001 l`Ato, allora presieduto dall`ex sindaco diessino di Borgo San Lorenzo, Luciano Baggiani, approvò un piano industriale che prevedeva i consumi anno per anno. Circa 90 milioni di metri cubi di acqua nel 2002, fino a 92,5 milioni di metri cubi per il 2005. Invece, anche seguendo i consigi sul risparmio, le famiglie hanno consumato meno: in tutto 84 milioni di metri cubi. E l`Ato che ha fatto? Ha riconosciuto a Publiacqua il conguaglio per i mancati introiti. I cittadini risparmiosi sono stati penalizzati. Nel 2009 dovranno versare 8,45 milioni in più, nel 2010 ben 10 milioni e 65mila euro, nel 2011 altri 10 milioni e 300mila euro“. Clamoroso? Se fosse così ci sarebbe materia per tanti accertamenti. Infatti Magnolfi e Benedetti chiedono, intanto, la commissione d`inchiesta perché, scrivono, “in questa storia ci sono troppe vicende che non tornano e che occorre assolutamente mettere in luce“. E dopo il Codacons, è scesa in campo anche l`altra organizzzazione dei consumatori, l`Aduc, che in una nota afferma: “Queste sono tasse occulte che gli enti locali impongono grazie alle società partecipate“. E la Regione? Salomonico il presidente Martini: “Credo che si debba fare chiarezza, andando fino in fondo. Se qualcuno ha detto bugie dovrà renderne conto“.