I pronostici del ministro delle attività produttive Antonio Marzano, che da oltre 3 anni continua a professare ottimismo scommettendo sulla ripresa dell’economia, alla stessa stregua del numero 53 sulla ruota di Venezia, non si avverano mai, né hanno alcuna probabilità di avverarsi. L’ennesima intervista ad un quotidiano del prof. Marzano, che sfodera la sua sicumera affermando che: `Io per il 2005 continuo a contare in una ripresa“, rispondendo all`allarme lanciato dal presidente Montezemolo sullo stato dell`economia italiana, non ha alcuna probabilità di avverarsi. “L`allarme non e` ingiustificato – precisa Marzano – ma in passato ci sono stati momenti peggiori. Pensi a quando c`erano l`inflazione a due cifre e la stagnazione. L`economia italiana, questo si`, e` in una fase di trasformazione“. “Non c`e` dubbio che ci sono vulnerabilita` di fondo nel`economia italiana – continua il ministro – in gran parte ereditate dai governi precedenti. Quello che il governo puo` fare e` studiare tipi di interventi che incentivino la crescita dimensionale delle imprese“. Devono fare la propria parte pero` – sottolinea Marzano – “anche gli altri soggetti: gli industriali che devono avere coraggio e investire capitale proprio, le banche devono premiare i buoni investimenti, i sindacati devono avere senso di responsabilita`. Non si puo` aspettare tutto dal governo“.
Intesaconsumatori non contesta al Prof. Marzano ed al Governo di credere in privato ai pronostici, ma di aver trascinato il paese alla più grave crisi economica del dopoguerra, di aver contribuito con l’omessa vigilanza sui prezzi rincarati e raddoppiati con il pretesto dell’euro ad una rapina collettiva costata 52 miliardi di euro usciti dalle tasche di coloro che subiscono i prezzi a vantaggio di coloro che li determinano, ad un impoverimento complessivo di grandi masse di consumatori, anche dei ceti medi, che non possono più spendere, quindi con i loro comportamenti economici determinano il ristagno dell’economia.
Se non ci sarà una inversione di tendenza rispetto alle ulteriori stangate che si profilano su bolli, concessioni, aumenti di tariffe autostradali e di bollette varie (telefoniche,del gas ed elettriche), di Ici. Tarsu, Irpef ed Irap Regionali, bolli auto e concessioni, per un controvalore di 10 miliardi di euro rastrellati per illudere i cittadini con la promessa di riduzioni fiscali illusorie, pari a 5,7 miliardi di euro, qualora il Governo non punisce gli evasori al posto di promuovere i furbi con i condoni, con gli scudi fiscali, se non si combattono i cartelli bancari ed assicurativi ed i monopoli petroliferi, elettrici e del gas, se non si promuove ricerca, innovazione e modernizzazione del Paese, se non si approva una riforma radicale del risparmio sottraendo i privilegi alla Banca d’Italia ed alle oligarchie finanziarie aumentando i poteri dell’Antitrust, l’economia del 2005 sarà ancora peggiore del 2004 ed i consumi, nonostante l’indegna operazione di far passare la ripresa sull’indebitamento costante e progressivo delle famiglie, con l’estensione della cessione del quinto dello stipendio ai lavoratori privati al tasso del 30 per cento per i prestiti sotto i 5.000, continueranno a marciare a passo di gambero.