a cura di Codacons e KRLS ? Network of Business Ethics
Sembrerebbe proprio che gli italiani siano un popolo di ?imbroglioni?. Questo emerge chiaramente considerando la marea di nuove ?cartelle pazze? che, come un’onda anomala, si sono abbattuti sull’Italia.
È di questi giorni la notizia che sono in arrivo avvisi bonari ?pazzi? relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 1998. Il fenomeno, che interessa gli avvisi in scadenza a fine ottobre, questa volta sarebbe causato da ?problemi tecnici? dei mitici concessionari della riscossione, che si faranno quindi carico di risarcire e di comunicare ai contribuenti le conseguenti rettifiche. Anche perché, pare che gli uffici dell’ Agenzia delle Entrate non effettueranno alcuna lavorazione su queste pratiche, dato che gli avvisi sono da considerarsi nulli in virtù dei termini prescrizionali ormai scaduti.
Per l’ennesima volta, l’amministrazione finanziaria invita a pagare tasse o contributi arretrati per i quali in realtà nulla è dovuto. Il numero di avvisi emessi al momento è ancora imprecisato.
Rimane il fatto comunque che, grazie alle Società concessionarie della riscossione dei tributi, errori nelle dichiarazioni (nella migliore delle ipotesi) vengono considerati evasioni mentre gli evasori, quelli totali, grandi e piccoli, restano sconosciuti al fisco e impuniti.
L’abuso è evidente e purtroppo i poveri cittadini dovranno ?conciliare? o attraverso un esborso immediato che permetta di evitare a priori di incappare nelle maglie della burocrazia, oppure dotandosi di tanta buona pazienza per l’inevitabile ?ingorgo? davanti agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate quando non vogliano ricorrere all’aiuto di un professionista.
Si ricorda, tra l’altro, che il contribuente ha sessanta giorni di tempo, dalla notifica dell’atto, per attivarsi, richiedendo l’annullamento dell’atto all’Agenzia delle Entrate competente per territorio, presentando ricorso in Commissione Tributaria o ? pagando!
Mentre da più parti si levano accuse al Ministero delle Finanze, mentre si invoca una sospensione dell’invio fino a quando non sarà stata verificata l’esattezza dei dati, mentre si chiede di individuare i responsabili (Dipartimento delle Entrate e Sogei), mentre i dipendenti degli Uffici protestano contro il fatto di dover rivestire il ruolo di ?capro espiatorio? dell’inefficienza della burocrazia italiana, al comune cittadino suddito ?delinquente? italiano non rimane, pertanto, che mettersi in coda e sperare di aver ragione.
Si segnala a tutti i cittadini che, nel caso ricevano ?cartelle pazze? e abbiano bisogno di consulenza gratuita possono effettuare apposita segnalazione sul sito www.contribuenti.it (in collaborazione con il Codacons) e porre un quesito ai nostri esperti, mentre utili consigli e informazioni sono reperibili sui siti www.cartellepazze.it e www.accertamenti.it, oppure rivolgersi ai legali del Codacons.
Solo qualche considerazione: visto che molto spesso il contribuente è ingiustamente gravato dell’onere di dimostrare la sua innocenza, perché almeno non esentare i ricorsi fino alle vecchie 500.000 lire dai bolli? Perché non concedere istanza di sospensione illimitata sino a verifica, nel caso di errore dell’Amministrazione finanziaria o del Concessionario alla riscossione? Perché, ancora, non revocare la concessione della riscossione a chi sbaglia?
Non è per caso che tutte queste ?cartelle pazze? non siano poi così pazze in quanto hanno una loro logica che segue un disegno prestabilito?
La risposta? Sta tutto in una invisibile manovra finanziaria. Infatti, non potendo il governo aumentare le tasse, ha pensato di aumentare gli introiti in imposta di bollo, dal momento che se il cittadino decide giustamente di proporre ricorso in Commissione Tributaria per far valere le sue ragioni dovrà inevitabilmente sobbarcarsi tale spesa.
Alla fine non rimane che una scelta democratica: o paghi in imposta di bollo, o paghi l’imposta richiesta non dovuta.
Ancora una volta non viene smentita la filosofia sempre più attuale del grande comico TOTO’:
? ? ED IO PAGO !!! ?