Antonio Lirosi scatena i consumatori. Ora che l`ha detto anche il Garante per la sorveglianza dei prezzi, con tanto di dossier, non ci sono più scuse: il livello dei prezzi al consumo di pane e pasta non trova giustificazioni nell`andamento delle materie prime, per questo deve tornare a scendere. Sennò, minacciano le associazioni dei consumatori, sarà guerra. Una reazione giustificata dai dati mostrati dal Garante, che ieri al ministero dello Sviluppo economico ha riunito produttori e distributori della filiera cerealicola. All`incontro Mr Prezzi si è presentato con uno studio dal quale emerge, nero su bianco, come nonostante da marzo a giugno i prezzi all`origine del frumento abbiano registrato un calo rilevante (-16,2 per cento per quello tenero e -29,1 per quello duro), tale diminuzione non si sia riflessa nel prodotto finale che risulta, invece, aumentato: il pane dell`1,2 per cento, la pasta del 6,9. Numeri che ci garantiscono la leadership europea nella classifica dei rincari. Siamo arrivati a pagare il pane fino a sei euro al chilo, mentre per la pasta il primato è a quota 3,60 euro per chilo. Per questo il Garante ha bacchettato pastai e panificatori, invitandoli a un`inversione di tendenza. E per settembre, annuncia Lirosi, ci saranno ulteriori controlli per verificare che l`andamento dei prezzi nei passaggi di filiera sia coerente con l`andamento dei mercati internazionali che hanno già iniziato una fase di rientro. Chiamati in causa, gli attori del ceralicolo si rimpallano le responsabilità : il primo passo per una riduzione dei prezzi “spetta all`industria molitoria“, sostiene Gaetano Pergamo di Confesercenti, secondo cui oggi si comincia a registrare “una prima contrazione dei cereali che lascia sperare nell`esaurimento della spinta al rialzo dei prezzi di pane e pasta. Ma naturalmente occorre che i protagonisti della filiera trasferiscano questi ritocchi al ribasso alla distribuzione ed ai panificatori“. Macché. Siete fuori strada, avverte Ivano Vacondio, presidente di Italmopa, che riunisce mugnai e pastai. “Antonio Lirosi ha sbagliato obiettivo: l`industria molitoria non deve fare alcun primo passo avanti, semmai lo faccia l`industria di trasformazione perché noi non facciamo né pasta né pane ma farine. E sul prezzo del pane l`incidenza della farina è solo del 15 per cento“. Nel ping-pong delle dichiarazioni s`inseriscono loro, i consumatori, che da mesi ormai denunciavano il sospetto di speculazioni: “I prezzi alla produzione diminuiscono, ma la gente continua a pagare più del dovuto“, sostiene Adiconsum che chiede “controlli immediati e non da settembre“. Mentre il Codacons promette: “Se entro pochi giorni il prezzo di pane e pasta non subirà un sostanziale calo, invieremo una denuncia formale a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di aprire delle indagini per aggiotaggio a danno dei consumatori“. In linea anche Federconsumatori, che ha annunciato lo studio di una class action “nei confronti di chi mette in campo odiose speculazioni“. Mentre sull`altro fronte della battaglia, quello legato al prezzo della benzina, nonostante il recente calo del prezzo alle pompe (in media due cent) e le dichiarazioni dell`Unione petrolifera – secondo cui oggi l`Italia ha “prezzi dei carburanti inferiori a quelli dei principali Paesi europei“ – non si placano le polemiche. Anche qui le associazioni studiano azioni legali.