Il Codacons – che ha ottenuto la sentenza della Corte Costituzionale trasformata poi nella legge per la distribuzione gratuita della cura di Bella ai malati privi di alternative terapeutiche – ha invitato oggi il Professor Di Bella, gli oncologi che stanno effettuando la sperimentazione, il Ministero della Sanità e la stampa a mantenere la calma. “Siamo indignati- ha dichiarato il presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi-per la rissa che è in corso sulla pelle di tanti infelici e di famiglie disperate. Se ognuno facesse un po’ di più gli interessi degli ammalati e un po’ meno quelli di bottega, il nostro Paese dimostrerebbe certo, anche all’estero, una maggiore civiltà. Qualsiasi sperimentazione di una nuova cura richiede tempi lunghi e volontà reale di effettuarla. L’obiettivo deve essere comune a tutti i soggetti coinvolti e deve consistere nell’aumentare, anche di poco non importa, la possibilità di lotta al terribile male del secolo. Sicuramente la sperimentazione in atto, pur con tutti i limiti concreti e legati alla psicologia dei medici ufficiali, contribuirà, sia pure tardivamente (e ciò per colpa dello stato), ad approfondire le possibilità di cura di alcuni tipi di tumore e ad aprire strade nuove e di speranza. Se tutto ciò fosse stato fatto già nel 1996 e senza l’abnorme pressione nella piazza, oggi sicuramente la medicina avrebbe fatto qualche passo avanti e non assisteremmo a questa vergognosa rissa tra oncologi che getta falsa luce su tutta la sanità italiana” Il Codacons confida che , recuperato il senno da parte di tutti, si possa proseguire, anche grazie alla legge approvata in questi giorni in Parlamento e ottenuta a colpi di sentenze di Tar e Corte Costituzionale, possa proseguire la difficile attività di sperimentazione, che essa servirà a far compiere passi avanti alla medicina e alla possibilità di cura dei tumori. Il Codacons rammenta infine che la disputa vergognosa sulla utilità o meno della multiterapia Di Bella non ha nulla a che vedere con il diritto assoluto che spetta a qualsiasi ammalato che non abbia possibilità alternativa di cure, di accedere gratuitamente a qualsiasi metodo nuovo, anche se sperimentale, che dia anche solo una speranza in più di sopravvivenza