I consumi delle famiglie italiane continuano a calare. E caleranno ancora, almeno per i prossimi due anni. «Nel 2008 e nel 2009 si scenderà dello 0,5%, nel 2010 dello 0,4%: non ci saranno dei crolli, ma l’Italia patirà una crisi più lunga ». Nel giorno dell’ennesima chiusura in ribasso di Piazza Affari (il Mibtel ieri ha perso il 2,60%; le borse europee hanno bruciato 205 miliardi), l’allarme «recessione» è firmato dalla Confcommercio, che aggiunge: «La crisi italiana non è come le altre, semplicemente perché c’era prima e non ha quindi nulla, o quasi, a che vedere con la congiuntura dei mercati internazionali. Quando gli altri ricominceranno a crescere, però, noi continueremo a barcamenarci». Quest’anno, secondo l’associazione dei commercianti, il settore più critico sarà quello di alimentari e bevande (calo dell’1,2%), ma la crisi colpirà poi anche abbigliamento e calzature, ricreazione e tempo libero. Accusa Ma quali possono essere le misure da adottare per provare a reagire? Confcommercio ha la sua soluzione: «Il governo deve detassare le tredicesime ». Completamente opposta la risposta dei consumatori, che attaccano: «I commercianti, dopo l’allarme lanciato, dovrebbero coerentemente abbassare i prezzi: gli alimentari devono scendere di almeno il 20%», dice il Codacons. Che poi rilancia: «Anticipate i saldi al 15 dicembre, altrimenti rischiate di avere un Natale magro ». Qualcuno, per combattere la crisi, lo sta già facendo.