Il TAR Veneto non respinge la domanda del Codacons, ma con la sua decisione impone di procedere nel rispetto delle leggi italiane ed europee, volte a salvaguardare – come testualmente si legge nella sentenza – “ogni esigenza di carattere urbanistico e ambientale, nel rispetto delle procedure del caso”.
Sarà quindi inevitabile – spiega l’associazione – sottoporre il futuro progetto definitivo alla Valutazione di impatto ambientale.
Il TAR Veneto ha ritenuto inoltre fondato il ricorso proposto dal Codacons, in relazione alla mancanza dell’apposito parere del Governo italiano. Tale mancanza di parere è stata poi “sanata”, come si afferma nella stessa sentenza, da una apposita deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata soltanto nella seduta dell’11 settembre 2008, intervenuta successivamente alla proposizione del ricorso.
Riguardo poi all’impugnativa del progetto preliminare il TAR, lungi dall’entrare nel merito delle censure, non ha assolutamente respinto il ricorso dell’associazione ambientalista (come erroneamente, e ci si domanda il perché, oggi hanno riportato alcuni quotidiani) ma ha emesso una sentenza completamente diversa, che sancisce la improcedibilità, ossia la sopravvenuta carenza di interesse dei ricorrenti quando un atto impugnato non può avere alcun effetto lesivo allo stato.
Il ragionamento del Tar è nel senso che solo il progetto definitivo, dopo essere stato redatto, pubblicato e valutato dai cittadini e dal Codacons, sarà suscettibile di impugnazione al Tar. La partita si sposta quindi a quando sarà fatto il progetto esecutivo, che se non sarà rispettoso della predetta normativa italiana ed europea in materia potrà essere impugnato davanti al TAR.
“In particolare – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – il progetto definitivo dovrà seguire le procedure della direttiva CEE 85/337 che impone che opere edilizie della dimensione della Base Usa di Vicenza, soprattutto quando sono in zona protetta come il caso Dal Molin, devono essere sottoposte a valutazione di impatto ambientale. Il progetto definitivo, quindi, dovrà passare l’esame dell’apposita commissione del Ministero dell’ambiente, della Regione Veneto e di tutti gli altri enti ed amministrazioni interessate. E – conclude Rienzi – se non sarà rispettoso come ha sentenziato il Tar delle normative nazionali ed europee, potrà essere impugnato”.