I consumi delle famiglie italiane diminuiranno per tre anni consecutivi, segnando un calo dello 0,5% quest’anno, dello 0,5% nel 2009 e dello 0,4% nel 2010. È la previsione diella Confcommercio secondo la quale «non ci saranno dei crolli, ma l’Italia patirà una crisi più lunga». A soffrire quest’anno saranno soprattutto alimentari e bevande con un calo dell’1,2%, ma nel triennio diminuiranno di significativamente i consumi di abbigliamento e calzature, ricreazione e tempo libero. CRISI – «La crisi italiana – commenta Confcommercio – non è come le altre; semplicemente perchè c’era prima e non ha quindi nulla, o quasi, a che vedere con la congiuntura dei mercati internazionali. Certo, gli eventi di questi mesi enfatizzano le nostre strutturali debolezze, tutte ma proprio tutte italiane». Secondo l’associazione c’è poco da essere ottimisti per il futuro: «quando gli altri ricominceranno a crescere noi continueremo a barcamenarci con le variazioni decimali di pil e consumi, come accade da 20 anni a questa parte e in particolare dagli anni 2000». Le elaborazioni della Confcommercio prevedono infatti che, rispetto all’Italia che soffrirà per tre anni il calo dei consumi, Francia e Germania se la caveranno meglio. La prima resisterà con un aumento quest’anno dello 0,9%, l’anno prossimo dello 0,5% e nel 2010 ancora dello 0,9%, mentre in Germania dopo un calo dello 0,5% previsto nel 2008 dovrebbero susseguirsi un +0,2% nel 2009 e un +0,7% nel 2010. LE RICHIESTE – Proprio per fronteggiare la crisi il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli ha chiesto al governo di «Detassare le tredicesime e rivedere gli studi di settore». «Per dare una spinta immediata ai consumi serve la detassazione della tredicesima». «Approviamo la detassazione dei premi e degli straordinari – ha aggiunto Sangalli – ma occorre anche qualcosa di immediato per dare una spinta ai consumi». Sangalli ha inoltre chiesto all’esecutivo di «rivedere i parametri degli studi di settore per favorire le pmi particolarmente colpite dalla crisi. I parametri sono infatti elaborati in base a condizioni di normalità, ma il 2008 non è un anno normale, è un anno di crisi». «Siamo preoccupati per l’impatto che questa crisi potrà avere sull’economia reale, sul sistema delle Pmi e sull’economia dei servizi che, come sappiamo, vale più del 40% del Pil. È giunto il momento – ha osservato Sangalli – per un confronto serrato con Governo, Parlamento, parti sociali e sistema bancario». CODACONS – Non si è fatta attendere però la replica delle associazioni dei consumatori alle dichiarazioni di Confcommercio. Secondo il Codacons: «Per la Confcommercio i consumi delle famiglie italiane diminuiranno per tre anni consecutivi, segnando una flessione dello 0,5% nel 2009 e dello 0,4% nel 2010. Quello che però la Confcommercio non è in grado di spiegare è perchè i suoi iscritti, invece di ridurre i prezzi, continuano ad aumentarli, nonostante il calo della domanda da loro stessi evidenziato»