Si sperava in una competizione al ribasso per i prezzi dei messaggini con l`arrivo degli operatori mobili virtuali: sono gestori che, non avendo una rete di proprietà , acquistano traffico telefonico all`ingrosso e lo rivendono ai loro clienti. Sarà vero? L`ultima a entrare nel mercato è stata Autostrade con Telepass Mobile: un sms costa dieci centesimi, come per A-Mobile di Auchan. Gli altri quattro (CoopVoce, Insim, PosteMobile, Unomobile) offrono il servizio a due centesimi in più. Tra gli operatori “tradizionali“ troviamo, invece, un`ampia gamma di offerte: considerando piani tariffari comparabili con quelli dei “virtuali“, dai 7 centesimi per ogni messaggino di 3 Italia (Super sette) ai 15 centesimi di Tim (Easy tim new) e Vodafone (Vodafone tutti). Gli sms, comunque, sono rimasti in media tra i più cari d`Europa: secondo una recente indagine dell`[2] Arcep, l`authority francese delle telecomunicazioni, il prezzo medio sostenuto da un italiano per inviare un messaggino (con scheda prepagata) è tra i 12 e i 13 centesimi: quasi il doppio della media nell`Unione europea e quattro volte la cifra pagata da un danese, 3 centesimi ([3] qui il report in pdf). E pensare che l`anno scorso, dice il Codacons, sono stati scambiati 28,6 miliardi di sms in Italia. Così le authority che vigilano [4] sulla concorrenza (Antitrust) e sulle [5] telecomunicazioni (Agcom) hanno deciso di vederci chiaro, in un mercato che vale 2,49 miliardi euro l`anno (a cui si aggiungono altri 1,61 miliardi per mms e dati in mobilità ). Perché pagare per mandare un sms? L`idea di Skebby: VIDEO da YouTube Per gli “internettiani“, poi, è nota da tempo una soluzione in grado di evitare qualsiasi grattacapo: chi ha una connessione alla rete con il telefonino di tipo “flat“ (pagando, cioè, una quota fissa mensile per navigare sul web) può inviare gratuitamente messaggini ai cellulari di altri utenti con alcuni software scaricabili liberamente, come l`italiano [6] Skebby.