Intervenendo ad un convegno ?autoreferenziale? sul ?Servizio pubblico e pluralismo televisivo nell’era digitale? dove era esclusa la società civile rappresentata dalle associazioni dei consumatori, dalle organizzazioni sindacali e perfino dalla Federazione della Stampa, il ministro Gasparri ha annunciato che ci sarà un aumento dell’abbonamento televisivo, “non lontano dai normali trend dell`inflazione“.
I cittadini si dovrebbero sorbire l’ennesimo aumento del canone Rai dopo tutti i rincari e gli arrotondamenti da Euro sopportati anche per l’inerzia del Governo.
Poiché soprattutto la Rai (ma anche Mediaset), non offre programmi di qualità per inseguire il feticcio dell’ascolto certificato da un’Auditel poco trasparente; trasmette messaggi pubblicitari ingannevoli negli orari di massimo ascolto già sanzionati dall’Antitrust (ad es. il prodotto miracoloso come ?Crescina?, che farebbe ricrescere i capelli); non protegge i minori dalle scene di violenza gratuita, né rispetta i canoni europei per l’interruzione pubblicitaria degli spot e dei consigli degli acquisti,i consumatori si aspettano una congrua diminuzione del canone,non già un suo aumento.
L’Intesa dei Consumatori (Adusbef, Codacons, Adoc e Federconsumatori), esprime la sua netta contrarietà ad ogni aumento del canone, ne auspica anzi la possibile diminuzione e si riserva di valutare il ricorso al Tar contro aumenti ingiustificati e non in linea con la convenzione.