L’approvazione del parlamento argentino ad una proposta di legge che blinda l’offerta capestro di scambio dei titoli, non modifica la sostanza del diritto internazionale di debitore sovrano, che dovrà onorare i suoi debiti fino all’ultimo peso, se vorrà rientrare a testa alta nella comunità finanziaria internazionale dimostrando così di essere affidabile al mercato dei capitali.
Il Governo argentino può approvare tutte le leggi che vuole sul piano interno, ma non può continuare a prendersi beffe della pazienza dei risparmiatori, che aspettano da oltre tre anni notizie serie sulla ristrutturazione del debito e non sono disponibili ad attendere fino al 2025, dove molti piccoli investitori dal target di pensionati, soprattutto in Italia, saranno nell’aldilà per riavere il 27 per cento del capitale investito.
Intesaconsumatori dubita che i risparmiatori (a meno che le banche non stiano facendo un doppio gioco, che contrasta con le affermazioni solenni del Comitato Globale), possano aver aderito ad una proposta capestro, che oltre a negare i diritti di rivalsa contro l’Argentina, prevede l’inizio della restituzione del 27 per cento del capitale investito, in tempi biblici, ossia tra il 2025 ed il 2045.
Intesaconsumatori, certa del flop dello swap, continuando a sconsigliare ai risparmiatori di aderire ad un’offerta capestro, che il governo argentino dovrà rivedere, se non vorrà restare isolata nell’ambito delle istituzioni finanziarie globali, oltre a diffidare il compiacente Fondo Monetario Internazionale ad avallare una proposta di concambio che per essere valida dovrà avere tra l’80 ed il 90 per cento delle adesioni, chiede alla Consob di diffondere con urgenza al mercato, sia la percentuale esatta delle adesioni che il numero dei risparmiatori aderenti, per smascherare la faziosa propaganda del Governo argentino e di alcune banche compiacenti.