Schizzano i prezzi alla produzione industriale ma – finalmente – sembra rallentare la corsa folle dell`inflazione: l`Istat comunica i devastanti effetti del caro-energia col rialzo dei costi dell`8,3% per le imprese a luglio – rialzo che non ha precedenti negli ultimi 13 anni – preparandosi tuttavia a confermare la flessione del dato sul carovita causata dala recente discesa del greggio. A trainare il caro-prezzi, come detto, è sempre il settore dell`energia tanto che, al netto di questa voce, il tasso di crescita risulta dimezzato (+4,1%). Cresce così ovviamente la preoccupazione di sindacati e consumatori, che temono che l`aumento si traduca in nuovi rincari per le famiglie. I prezzi alla produzione a luglio sono aumentati dello 0,5% rispetto a giugno, portando la variazione su base annua al +8,3%, il rialzo tendenziale massimo dal settembre 1995, quando i prezzi erano aumentati dell`8,7%. A pesare maggiormente è ancora una volta il raggruppamento dell`energi, che in un anno ha registrato un incremento del 25%: a livello settoriale i rialzi maggiori colpiscono le attività dei prodotti petroliferi raffinati, dell`energia elettrica, gas e acqua ma anche degli alimentari e bevande. “La tensione sui prezzi rimane alta“, commentano i ricercatori del Cerm sottolineando che il dato, se letto assieme ai dati sul Pil nel secondo trimestre (-0,3%), “conferma un quadro difficile per il nostro Paese, ormai da diversi mesi in situazione di stagflazione“. La fiammata inflattiva, quindi, “non solo non è alle spalle ma è da ritenersi ancora in pieno corso di svolgimento“. “Per gli italiani le stangate non sono ancora finite e ci attende un autunno nero. I prezzi finali, insomma, sono destinati ancora ad aumentare“, afferma l`Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori), che conferma la necessità dello “sciopero della pagnotta“ del 18 settembre e rinnova la richiesta di un incontro con il presidente del consiglio per stabilire interventi. Il “picco allarmante“ dei prezzi alla produzione “preannuncia altri guai per il potere d`acquisto“ delle famiglie, ribadisce il segretario generale dell`Ugl, Cristina Ricci, che chiede l`avvio di una cabina di regia con l`esecutivo per far ripartire la crescita. Dall`altra parte arriva la boccata d`ossigeno sul fronte inflazione. Dopo il +4,1% di luglio, agosto potrebbe essere addirittura contrassegnato da una discesa sotto il 4%. In attesa della stima odierna dell`Istat, gli analisti indicano infatti nella contrazione delle quotazioni del petrolio la chiave di volta per un primo “timido“ raffreddamento dei prezzi. L`allerta resta, visto che per vedere scendere l`indice sotto il 3% bisognerà aspettare il secondo trimestre del 2009, ma il peggio sembra passato.