La Polverini all’attacco del ministro sulle norme anti-fannulloni Per la serie: non tutti gli attacchi vengono da sinistra. Anzi, a volte le critiche, con le iniziative che ne conseguono, derivano da ambienti considerati "vicini". è quello che sta sperimentando in questo periodo il ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Sul quale sta per piovere addosso una class action orchestrata, tra gli altri, anche dall’Ugl di Renata Polverini, il sindacato più vicino al centro-destra. E meno male che il ministro, nella riforma della class action contenuta in un ddl collegato alla Finanziaria, sta cercando di estendere il suo utilizzo anche contro la pubblica amministrazione. L’azione collettiva, adesso, gli sta tornando indietro come un boomerang. L’oggetto della contestazione, neanche a dirlo, sono le norme antifannulloni della Finanziaria d’estate. In primis quelle che tagliano alcune parti dello stipendio dei dipendenti pubblici nei periodi di assenza per malattia. Il passaggio è a dir poco spinoso e contro di esso si sono già scagliati qualche giorno fa alcuni sindacati di polizia. La novità dell’ultima ora è che l’operazione si va facendo più ampia, proprio grazie all’adesione pesante degli statali dell’Ugl. Per carità, che la crociata di Brunetta contro i nullafacenti scatenasse un putiferio di proteste, era piuttosto prevedibile. Il ministro, però, sul punto non ha mai mostrato tentennamenti, forte del sostegno di sondaggi che mostrano come la sua iniziativa sia gradita dalla maggior parte dei cittadini. Tra i quali, però, ci sono anche i poliziotti e gli statali del sindacato della Polverini, i quali non sono dello stesso parere. In particolare, ad aver aperto il nuovo fronte sono stati quelli dell’Ugl agenzie finanziarie, gli 007 fiscali. Il loro coordinatore nazionale, Giuseppe Serroni, ha stretto un accordo con il Codacons per dar vita a un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro le parti incriminate della manovra d’estate (dl 112/2008, art.71). L’iniziativa, a quanto pare, in pochi giorni ha già superato il tetto delle 5 mila adesioni. Un risultato, evidentemente destinato a crescere, che fa il paio con la parallela iniziativa proveniente dalla Consap, la Confederazione sindacale autonoma di polizia. Su quest’ultimo fronte, addirittura, le adesioni al ricorso collettivo sono state la bellezza di 28 mila. Il dato, fornito dal segretario nazionale della Consap, Giorgio Innocenzi, è quello più aggiornato, ma destinato anche in questo caso a salire. A dir la verità, alle forze di polizie lo stesso Brunetta, nei giorni scorsi, aveva fornito alcune garanzie. Aveva cioè assicurato che i loro lavoratori sarebbero stati integralmente esclusi dai tagli del salario in caso di malattia. Peccato, però, come ha fatto notare ancora Innocenzi, che al momento non si sia visto ancora nulla di definitivo. Il lavorio c’è, si sta cercando di trovare un veicolo normativo all’interno del quale emendare l’art.71 del decreto legge 112 del 2008. Ma trovare una collocazione alla correzione si sta rivelando più difficile del previsto. Da una parte, infatti, c’è il decreto 112 che ormai è stato convertito in legge; dall’altra c’è il ddl sviluppo (uno dei collegati alla Finanziaria), all’interno del quale è prevista la disciplina della class action, che però ha solo adesso iniziato a muovere i suoi passi parlamentari.