Chi ha bloccato l’ingresso degli operatori virtuali nel mercato della telefonia, non sono solo i gestori telefonici, ma vi è un illustre complice: l’Autorità per garanzie nelle comunicazioni. L’Autorità, infatti, con una delibera del 2000, ?condizioni regolamentari relative all’ingresso di nuovi operatori nel mercato dei sistemi radiomobili?, ha ritenuto non risultasse giustificato un intervento della regolamentazione diretto a fissare le condizioni per l’ingresso nel mercato degli MVNO (Mobile Virtual Network Operator, cioè di un operatore, che pur non essendo provvisto di una licenza per l’utilizzo dello spettro radio, utilizza le funzioni e gli elementi di rete di uno o più operatori mobili). Tuttavia, l’evoluzione del mercato italiano dei servizi radiomobili dimostra come sarebbe risultato più opportuno ormai da tempo favorire lo sviluppo della concorrenza per mezzo di un’apertura sul versante dei servizi piuttosto che su quello della rigida protezione regolatoria degli investimenti infrastrutturali. E ciò favorendo l’ingresso di operatori licenziatari che, pur non disponendo di una propria infrastruttura, offrissero servizi al pubblico contribuendo così al miglioramento delle condizioni di offerta e allo sviluppo di nuovi servizi.
La chiusura dell’Autorità, invece, ha inevitabilmente influenzato il livello dei prezzi e dei servizi di comunicazioni mobili praticati a danno degli utenti consumatori, che risulta ancora oggi tra i più elevanti nell’ambito europeo. Ma a fronte di questo blocco, la delibera dell’Autorità non impone restrizioni per l’ ESP (Fornitore avanzato di servizi). Si tratta di società che rivendono il servizio del gestore di rete mobile utilizzando il proprio marchio commerciale ma, a differenza dell`operatore virtuale, non hanno numerazione propria e non possono emettere sim card. Come mai in Italia l’ESP non ha avuto attuazione? Quale lobby ha impedito di far partire il ?Fornitore avanzato di servizi?? Si domanda il Codacons.
La mancata concorrenza in Italia sul fronte degli operatori virtuali e degli ESP, conclude il Codacons, ha provocato danni economici per gli utenti pari ad almeno 150 miliardi di euro, mantenendo le tariffe telefoniche tra le più elevate d’Europa.