Gli operai entrano nel processo ThyssenKrupp come parti civili. Lo ha stabilito ieri il Gup torinese Francesco Gianfrotta, ammettendone 46 sui 100 che ne avevano fatto richiesta. È la prima volta che accade in Italia, spiegano l’avvocato Sergio Bonetto ed Elena Poli, che difendono una parte di questi dipendenti ed ex dipendenti dell’azienda siderurgica. "Viene sancito un principio importantissimo – spiega l’avvocatessa Poli -: anche chi non ha subito un danno diretto, ma è stato soltanto esposto al rischio, ha diritto a chiedere il risarcimento". Un principio applicato in una sola altra occasione, nel processo Ecoplan di Trieste, a favore degli abitanti investiti dalle polveri sottili dello stabilimento. L’ordinanza di Gianfrotta accoglie però anche una parte della tesi del collegio di difesa dell’azienda, ("una macchia", osserva il segretario della Fim torinese Claudio Chiarle). Chi, dimettendosi, ha firmato la conciliazione per la buonuscita non può più rivendicare alcunché. E in questa situazione ci sono gli altri 54 operai che in più tranche, prima e dopo l’incidente – e per 17 di loro ciò avvenne il 7 dicembre, appena 24 ore dopo l’incendio – firmarono, come lo definisce lo stesso giudice, "l’accordo tombale". Tra questi anche Salvatore Abisso, compagno della signora Scola che ha perduto il figlio Roberto in quel tragico rogo, e Carlo Marrapodi, testimone chiave nel film di Calopresti, La fabbrica dei tedeschi, che il 15 settembre ha sottoscritto l’intesa con l’azienda. Per il resto il giudice ha accolto quasi tutte le altre istanze. Possono pretendere un risarcimento i sindacati, e quindi Fiom, Fim e Uilm e Cobas, e tutti gli enti locali (Comune e Provincia di Torino e Regione Piemonte). Via libera anche a Medicina Democratica il cui statuto fa esplicito riferimento all’attenzione alla salute nei luoghi di lavoro, ma non al Codacons per le ragioni opposte, e cioè a causa di una formulazione troppo generica delle finalità dell’associazione in relazione a quanto è accaduto. Le parti civili sono ammesse nei confronti dei sei dirigenti imputati, tra cui l’amministratore delegato Harald Espenhan, ma non nei confronti dell’azienda.