Otto operai hanno firmato il verbale di conciliazione prima di quella maledetta notte del 6 dicembre dello scorso anno che ha portato via sette colleghi. Altri 17 lo hanno fatto addirittura il giorno dopo. I restanti 29 hanno firmato tra l’11 gennaio e il 15 settembre di quest’anno. Tutti, complessivamente 54 persone, non potranno per questo motivo costituirsi parte civile nel processo contro sei dirigenti della ThyssenKrupp accusati dalla Procura di Torino di omissioni, superficialità e leggerezze per risparmiare denaro. A deciderlo è stato ieri, con una ordinanza, il Gup di Torino, Francesco Gianfrotta. Su 100 richieste presentate dai lavoratori, infatti, soltanto 46 sono state accettate. Si tratta di tutti gli operai che non hanno firmato l’accordo, tra cui Antonio Boccuzzi, l’unico sopravvissuto della tragedia avvenuta alla linea 5 che è diventato un deputato. È la prima volta in Italia, secondo i loro difensori, che lavoratori non direttamente coinvolti nell’episodio al centro del dibattimento possono costituirsi parte civile. Accettate invece le richieste di Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, oltre a quelle dei sindacati (Fiom, Fim, Uilm e Cobas). Parere positivo anche per l’associazione Medicina Democratica, mentre è stata respinta la richiesta del Codacons. Tutte le richieste accettate riguardano le persone fisiche. Nessuna costituzione riguarderà la Thyssen come società. Soddisfazione è stata espressa da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino. Sulla stessa linea anche i sindacati anche se, hanno precisato, "i lavoratori che hanno firmato la transazione con la Thyssenkrupp e che sono stati esclusi dal processo, riproporranno la questione relativa alla costituzione di parte civile in fase di dibattimento". Il verbale di conciliazione era stato nell’ultima udienza di una settimana fa il campo di una battaglia combattuta a colpi di norme, cavilli, precedenti della Cassazione. Tesi della Thyssenkrupp: i dipendenti, firmando, si sono impegnati a non farci causa.