Suonerie per i cellulari apparentemente gratuite ma che nascondono in realtà un abbonamento dal costo di 4-5 euro a settimana. L’inganno è stato scoperto dall’Antitrust, che ha deciso di multare per un importo complessivo di oltre un milione di euro i quattro operatori di telefonia mobile (Tim, Vodafone, Wind e H3G) e Neomobile (società fornitrice di loghi e suonerie). L’Autorità ha infatti giudicato scorretta la pubblicità, pubblicata su un settimanale destinato sopratutto a un pubblico giovanile e su un sito internet, riguardante l’abbonamento a contenuti multimediali da scaricare sul telefonino. Secondo il Garante, nell’offerta commerciale non erano «chiariti i costi e le modalità di fruizione, inclusa la disattivazione. In particolare veniva attribuita enfasi alla gratuità degli sms e alla possibilità di ricevere una suoneria gratis, omettendo che si trattava di abbonamento a un servizio di ricezione di contenuti multimediali, riportato in una nota di carattere e grafica sproporzionate rispetto al messaggio pubblicitario». In pratica, sottolinea l’Antitrust parlando della pubblicità sul sito, le modalità di fruizione e i costi del servizio, pari circa a 4-5 euro a settimana, oltre che essere enunciati in caratteri decisamente più piccoli, erano «nascosti» nel link e pertanto non immediatamente percepibili. L’Antitrust ha quindi deciso di comminare multe complessive per 1,16 milioni di euro, suddivise in 115.000 euro per Neomobile, 315.000 euro per Telecom Italia, 285.000 euro per Vodafone, 265.000 per Wind e 180.000 per H3g. Alle sanzioni plaudono le associazioni dei consumatori, che denunciano come gli abbonamenti non richiesti colpiscano il 41% dei minori che possiedono il telefonino e che il giro d’affari delle suonerie arrivi in Italia a 800 milioni di euro. «Le truffe e le pratiche scorrette che caratterizzano questo settore sono troppe sottolinea in particolare il Codacons . Basti pensare che 8 siti internet su 10, specializzati nella vendita di suonerie e prodotti simili, non rispettano la normativa europea». Contro pubblicità e televendite ingannevoli, trasmissioni televisive a carattere pornografico, pubblicità di numerazioni telefoniche a sovrapprezzo e irregolarità nella conclusione di contratti a distanza nel settore della telefonia sono intervenuti peraltro anche Agcom e Guardia di Finanza, che hanno verificato nei primi nove mesi dell’anno 130 violazioni. In particolare i controlli sull’attivazione e disattivazione di servizi di telecomunicazione non richiesti si sono conclusi con la contestazione di violazioni amministrative per oltre sei milioni di euro.(