Così ieri la Procura della Repubblica di Roma ha aperto il fascicolo. Ufficialmente da ieri a Piazzale Clodio il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Stefano Pesci dovranno verificare se, durante il dissesto della compagnia di bandiera, siano stati compiuti i reati di malversazione e truffa aggravata per il conseguimento di illecite erogazioni pubbliche, come ipotizzato dall`associazione dei consumatori.
Il Codacons stima, nell`esposto presentato alla Procura di Roma, che in dieci anni Alitalia sia costata ai consumatori circa cinque miliardi e 187 milioni di euro, ricordando che sempre nel 2007 la compagnia di bandiera ha chiuso il suo diciannovesimo bilancio (su venti) in passivo.
All`attenzione della Procura anche il valore azionario di Alitalia: nel 2001 un`azione dell`azienda valeva 8,5 euro mentre oggi ne vale 0,4.
Nel mirino ci sono anche i compensi erogati agli ultimi ex amministratori di Alitalia tra cui Maurizio Prato e il predecessore Giancarlo Cimoli. A detta dell`associazione i due manager avrebbero intascato compensi faraonici rispetto ai conti sempre più in rosso dell`azienda: 2.170 euro al giorno per Prato («In cinque mesi avrebbe raccolto 326.414 euro») e 6.400 euro al giorno per Cimoli che «soltanto nel 2006 avrebbe percepito 1 milione 536 mila euro, con il bilancio di Alitalia che subiva perdite per 626 milioni di euro». Al momento la Procura esclude di poter valutare l`ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. È possibile, invece, che possa approfondire quello riguardante gli «stipendi d`oro» degli amministratori delegati. In realtà sia Prato sia Cimoli sono già stati sentiti in Procura come persone informate sui fatti.