"Giù le mani dal San Giacomo". Così un centinaio tra pazienti e dipendenti dell’ospedale del centro storico hanno manifestato in Campidoglio contro la chiusura del nosocomio. E per protesta oggi si incateneranno davanti l’ingresso della struttura sanitaria. "L’ospedale – ha spiegato Germano Onori, operatore del servizio di Oncologia – deve sbaraccare entro il 31 settembre. E ancora non ci hanno detto dove saremo ricollocati". Una mobilitazione generale che ha portato medici e malati in piazza e nelle sedi istituzionali. Molte associazioni, ieri, sono state ricevute dalla commissione Sanità della regione Lazio, presieduta da Luigi Canali (Pd). Al centro del dibattito, le misure annunciate dal commissario ad acta Piero Marrazzo per favorire il rientro dal deficit sanitario. La onlus "Codici" ha lamentato la totale assenza di concertazione e "il mancato confronto con il Comitato regionale degli utenti e dei consumatori". Poi ha consegnato un approfondito dossier dove si riepilogano le criticità del sistema sanitario regionale: liste d’attesa, errori medici, costi del personale, efficacia del 118 e riordino della rete ospedaliera. Contrarie alla chiusura del San Giacomo anche le associazioni "Malati di Reni" e "Tridente-centro storico". Alcuni rappresentati hanno posto l’accento "sulla difficoltà di ricreare in un’altra struttura nel cuore di Roma, l’eccellenza del centro di dialisi presente al San Giacomo che è da anni un punto di riferimento anche per altri ospedali romani". è intervenuto anche il Codacons. L’associazione in difesa dei consumatori ha inviato una lettera ad Alemanno chiedendo un incontro urgente per discutere della chiusura degli ospedali San Giacomo, Forlanini e Nuovo Regina Elena. E ieri in serata proprio il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il sindaco a intervenire con tutte le azioni necessarie per scongiurare la chiusura del San Giacomo. "Chi sta chiudendo l’ospedale è il Governo, noi siamo noi", ha commentato Monica Cirinnà consigliere comunale del Pd che difende la decisione di Marrazzo. Per la sorte del Forlanini ha invece espresso preoccupazione Massimo Martelli, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia toracica: "Non deve essere smembrata un’équipe affiatata da anni e di indubbia professionalità".