Stamattina si è regolarmente aperto il dibattimento penale che vedeva alcuni dirigenti di Radio Vaticana imputati per il reato previsto dall’art.674 c.p.?getto pericoloso di cose? legato alla vicenda dell’inquinamento da onde elettromagnetiche su cui, da tempo, sta indagando il Pm Gianfranco Amendola. Gli animi erano dubbiosi ma il procedimento si è aperto regolarmente e le parti civili ammesse alla costituzione di parte civile per i danni provocati sul territorio e sui cittadini dall’esposizione all’inquinamento elettromagnetico.
CODACONS, VAS, Legambiente e Cittadinanzattiva sono state tutte ammesse insieme al Coordinamento dei Comitati di Roma Nord che ha monitorato la zona rilevando sempre sforamenti dalla norma che prevede come limiti i 6 V/m.
Inoltre il Codacons, unico tra le associazioni, si è costituito anche in sostituzione del Comune di Roma, completamente assente in questa vicenda. La requisitoria del Pm Amendola ha lasciato tutti senza fiato visto che, punto per punto, ha replicato alla richiesta di immunità infinita fatta dai legali della Santa Sede. Questi ultimi, infatti, hanno chiesto l’immunità in base al concetto che chi lavora per la Santa Sede e nella Santa Sede è immune rispetto alla legge italiana (vedi Patti Lateranensi). Non solo; hanno richiamato anche l’art. 51 del c.p. che prevede l’esimente per l’esercizio di un diritto, ossia il diritto riconosciuto dai Patti Lateranensi di svolgere azioni anche nel nostro territorio.
Questa sconvolgente teoria è stata stigmatizzata dal P.m. e dalle parti civili che l’hanno rigettata in maniera totale.
Il giudice si è riservato di decidere e ha rinviato all’udienza del 19/02/2001.
Nell’ipotesi che il Tribunale penale accolga le richieste della Santa Sede, in ogni caso il P.m. Amendola ha sollevato in subordine questione di costituzionalità della norma richiamata dai legali di Radio Vaticana.