COMUNICATO STAMPA DEL 3-01-13
MILANO: LIMITE DI 30 ALL’ORA
BENE: ACCOLTA LA DIFFIDA DEL CODACONS
Il Codacons non può che accogliere positivamente l’intenzione di portare in alcune zone di Milano la velocità massima a 30 chilometri orari.
L’associazione di consumatori ricorda, infatti, che non solo da diversi anni propone i 30 km nelle città inquinate, proposta già accolta da svariati comuni come Saronno, ma che nel mese di maggio aveva provveduto a diffidare il Comune di Milano affinché emanasse un’ordinanza urgente per ridurre a 30 km/h il limite di velocità, “al fine di garantire l’incolumità e la libera circolazione dei ciclisti”.
Nella diffida si leggeva che nel 2010, a Milano, su un totale di 21.461 veicoli coinvolti in incidenti stradali, ben 989 erano biciclette, il 4,6%. Decisamente troppi!
Inoltre nella diffida erano riportati i dati relativi al 2010 sui centri urbani, nei quali si concentrano ancora il 43% dei morti (1759 su un totale di 4090), il 72,14% dei feriti (218.383 su 302.735) ed il 75,7% degli incidenti (160.049 su 211.404). Ma il dato più preoccupante era l’indice di mortalità per categoria di veicolo, calcolato come rapporto tra il numero dei morti ed il numero dei veicoli, distinti per categoria, coinvolti in incidente stradale (moltiplicato 100), che, nel 2010 presenta il livello più elevato proprio per le biciclette ed i motocicli (rispettivamente 1,7 ed 1,8).
“Le zone 30 devono essere la regola e non l’eccezione e devono essere prioritarie anche rispetto alle piste ciclabili” ha dichiarato il presidente del Codacons, Marco Donzelli. “Tra l’altro è un intervento realizzabile rapidamente e sarebbe anche un modo per fluidificare il traffico, considerato che in città generalmente si arriva prima se c’è una zona 30 senza semafori piuttosto che accelerare fino a 70 all’ora, rifermarsi, ripartire, per poi rendersi conto che la velocità media, nelle ore di punta, è, a Milano, inferiore a 10 km/h” ha proseguito Donzelli. “In pratica con questi continui stop and go si consuma solo più carburante, non si guadagna nulla in termini di tempo e si aumenta anche l’inquinamento” ha concluso Donzelli.