La legge Gasparri sul digitale terrestre viola ogni norma UE sulla concorrenza, poiché si arrocca sulla situazione esistente rendendola ?normale?; viola le norme sulla raccolta pubblicitaria; costerà centinaia di milioni di euro, che si pensa già di coprire attraverso consistenti aumenti del canone RAI.
Qualora l’azienda pubblica fosse ?costretta? a realizzare le reti digitali nei modi imposti, finirebbe col favorire, ancora una volta ed esclusivamente, gli interessi dell’unico concorrente privato, senza considerare l’evidente e pesante decremento dell’emittenza radiotelevisiva locale, sempre più relegata e ghettizzata ai margini estremi del mercato.
Per non dire del fatto, pressochè certo, che la RAI, sarà coinvolta in cause per danni di tutti i tipi, contestazioni civili, penali, di lavoro etc.. Creerà a se stessa gravi problemi di interferenza nelle emissioni: nel momento in cui queste frequenze saranno acquisite ed attivate, con apparecchiature che trasmettono in digitale, riemergeranno infatti interferenze molto gravi. Tali interferenze potranno essere risolte solo attraverso un abbassamento della potenza di emissione del digitale così forte che si trasformerà in un annullamento del servizio utile sul bacino di utenza di competenza: in pratica ci si troverà di fronte ad acquisizioni inutili. Sperpererà una montagna di risorse (si stima circa 300 milioni di euro) poiché si tratta solo di costi che determineranno altri costi (programmi, strutture, personale ect?), per realizzare delle reti virtuali, con scarsissima copertura, senza utenza e senza la possibilità che, a breve e medio periodo, l’utenza stessa possa svilupparsi.
L’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori) non permetterà che le politiche avventuriere, affossatrici di ogni pluralismo, siano finanziate tramite aumenti del canone ed impugnerà, come già in passato, iniziative e decisioni assunte in violazione della legge, delle più elementari regole di un libero mercato e dei principi di rilevanza costituzionale; iniziative e decisioni perseguibili per i gravissimi danni dovessero comportare per l’azienda pubblica RAI.