ROMA La suoneria era apparentemente gratuita, ma nascondeva in realtà la sottoscrizione ad un abbonamento per un servizio di ricezione di contenuti multimediali. Se n’è accorta l’Antitrust che ha puntato l’attenzione su alcuni dei tanti annunci che pubblicizzano motivetti e loghi per cellulari. Tipo quelli ormai cult di Virgola il gattino («Sono la stella del telefonino ») e della bella topolona («Mamma mia quanto sei bona »). In teoria a costo zero per il cliente, in pratica spesso con un prelievo fisso da 4 o 5 euro a settimana. Perciò l’Autorità ha sanzionato quattro operatori di telefonia mobile coinvolti, Tim, Vodafone, Wind e H3G che non erogano direttamente il servizio ma mettono a disposizione le infrastrutture di rete. Oltre alla Neomobile, società che forniva il materiale da scaricare. Una multa complessiva di 1 milione e 160 mila euro per «pratiche commerciali scorrette ». Ovvero per aver messo in grande rilievo la gratuità dell’offerta omettendo però di spiegare «costi e moda-lità del servizio» e che si trattava di un abbonamento automatico per ricevere contenuti multimediali settimanali sul telefonino. Gli annunci, pubblicati su riviste e su internet, piazzavano ben in risalto la parola gratis, scritta a caratteri giganti. Mentre i dettagli del contratto e le modalità per la disattivazione (spesso pure complicate) erano scritti piccolissimi. O nascosti nel link del sito. La stangata è stata così suddivisa: 115 mila euro per Neomobile, 315 mila per Telecom Italia, 285 mila per Vodafone, 265 mila a Wind e 180 mila a H3g. Soddisfatte le associazioni di consumatori (tra cui Adiconsum e Adusbef, che chiede di rafforzare l’Antitrust) da cui erano partite le segnalazioni. Il Movimento difesa del cittadino (Mdc) sottolinea che i minori sono i maggiori consumatori di questi prodotti: l’84% dei ragazzini tra gli 8 e i 15 anni ha un suo cellulare. Il Codacons informa che il 41% dei piccoli utenti incappa nella disavventura di abbonamenti non richiesti. E che 8 siti internet su 10, specializzati nella vendita di jingle e affini, non rispettano la normativa europea. La posta è interessante, il giro d’affari delle suonerie in Italia è di 800 milioni. Anche Agcom e Guardia di Finanza hanno dato la caccia a pubblicità e televendite ingannevoli, trasmissioni tv a carattere pornografico, pubblicità di numeri telefonici con sovrapprezzo e truffe varie. Accertando 130 violazioni in 9 mesi. Solo di multe contro attivazione e disattivazione di servizi di telecomunicazione stiamo a 6 milioni.