Manda un sms e ricevi una suoneria gratis sul tuo telefonino. Gratis? Non proprio, perché per avere quella del successo musicale del momento, si paga. Eccome. Spesso, però, non lo sappiamo e il credito sul cellulare si riduce senza che ce ne accorgiamo. Di almeno 4-5 euro a settimana. Per questo, l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha deciso di sanzionare, per un totale di 1.160.000 euro, le società Neomobile (115 mila euro), Telecom Italia (315 mila), Vodafone Omnitel (285mila), Wind Telecomunicazioni (265 mila) e H3G (180 mila) per «pratiche commerciali scorrette». Secondo l’Antitrust, queste società sono colpevoli di non aver chiarito i costi e le modalità di fruizione e disattivazione delle suonerie. La truffa «Attiva e scarica in regalo la tua hit», si leggeva sul sito internet www.dindo.it. Oppure sul settimanale Cioé, dove era ben visibile lo slogan «Gratis! Gratis! Gratis! La prima settimana di attivazione». Ma non era così. E c’era pure la possibilità di scaricare giochi, loghi e sfondi. «Le truffe sui cellulari in Italia – spiega il presidente di Codacons, Marco Donzelli – rappresentano un business crescente: 800 milioni di euro l’anno. Colpiscono i consumatori indifesi, i minori soprattutto, attratti dai messaggi in tv o sui siti Internet. Ma le regole devono essere chiare: la sottoscrizione di un abbonamento, non deve essere occultata. I 4-5 euro a settimana, oltre che essere enunciati in caratteri decisamente più piccoli, erano nascosti. Ma anche le compagnie telefoniche hanno la loro responsabilità nel fornire questi servizi-truffa: servono più controlli ». Dal quartiere generale di Telecom Italia, prendono le distanze: «Siamo stati tirati in ballo dall’Antitrust, ma noi forniamo solo la linea telefonica. La responsabilità è della società che fornisce le suonerie: i contenuti ingannevoli della pubblicità non li formuliamo noi. Ora si valuterà se fare ricorso al Tar».