Le banche centrali tagliano ancora i tassi. Dopo l’intervento coordinato dei primi di ottobre, quando Fed e Bce avevano abbassato il costo del denaro di mezzo punto, oggi[2] Jean Claude Trichet ha annunciato un altro taglio equivalente: i tassi di interesse dell’area Euro ora sono al 3,25 per cento. Una mossa ampiamente attesa dai mercati che non è riuscita a dare slancio alle borse, che restano in rosso: Londra cala del 3 per cento, Milano scende del 2,36 per cento e Francoforte cede il 4,1 per cento. Taglio record dei tassi anche della Banca d’Inghilterra che ha ridotto il costo del denaro di 150 punti base al 3 per cento (era al 4,5 per cento). La banca centrale svizzera ha tagliato invece di 50 punti il margine di oscillazione del proprio tasso di riferimento portandolo all’1,5-2,5 per cento. Per Trichet "Il livello di incertezza nelle previsioni economiche è straordinario". Un modo come un altro per far capire che in questo momento i mercati e le banche centrali brancolano nel buio di una crisi che non vede una fine. "Non escludiamo altri interventi a dicembre" ha detto il presidente, dopo aver spiegato di aver considerato anche "un taglio dello 0,75 per cento". Secondo il presidente della Bce la misura dovrebbe avere un effetto di inibizione dell’inflazione: "Si allenterà nei prossimi mesi fino a raggiungere il 2 per cento nel 20093, livello considerato desiderabile per la stabilità dei prezzi. Trichet ha parlato apertamente di "domanda interna stagnante", "deterioramento delle condizioni finanziarie" e "crescita rallentata". Uno scenario negativo che il board della Bce spera di limitare tagliando il costo del denaro. Un calo che per il [3] Codacons ”dovrebbe determinare un abbassamento medio di 290 euro all’anno per chi ha un mutuo a tasso variabile, questo almeno se i tassi interbancari scenderanno della stessa misura come logica vorrebbe”. "Non ci sono più scuse per le banche" sostiene l’associazione dei consumatori, "I tassi interbancari devono scendere immediatamente dello 0,5 per cento”.