(ANSA) – ROMA, 15 SET – La corsa dei prezzi di pane e pasta segnalata dall’Istat anche ad agosto (rispettivamente +12,2% e +25,6% su base annua) fa scendere in piazza i consumatori che per giovedì hanno indetto uno sciopero della ‘pagnotta’ per dire no alle speculazioni. Secondo le associazioni consumatori, sono proprio pane e pasta a far salire di più il conto della spesa alimentare, con rincari anche al 30% che non hanno giustificazioni. Cifre in libertà, replica la Federazione italiana panificatori (Fippa), per la quale la verità delle cifre – su base Istat – è invece solo di un aumento del 3,2% da inizio dell’anno, sotto quindi la media dell’inflazione e lontano dai prospettati allarmi a doppia cifra. Il Codacons sul caro-pane è pronto a dire la sua e giovedì sarà in piazza Montecitorio per dire no al carovita assieme alle altre associazioni di settore portandosi al seguito, assieme a Coldiretti, fornai e panettieri e dimostrare che i costi di produzione del pane arrivano ad essere anche quattro volte inferiori a quelli attuali. Il Codacons, peraltro, sul caro-pane fa stime nere anche per il 2009. Per un consumo quotidiano di un chilo di pane gli italiani spenderanno infatti il prossimo anno circa 270 euro in più mentre per la pasta l’aumento annuo sarà di poco inferiore ai 150 euro. "Finora sul carovita sono giunte solo denunce – è il commento di Paolo Landi, segretario generale dell’Adiconsum – ma nessuna iniziativa. Ora vogliamo sollecitare le massime autorità, a cominciare dal Presidente del Consiglio, ad adottare contromisure, anche di carattere straordinario e a considerare una priorità la difesa del potere d’acquisto. Laddove sono evidenti le speculazioni, come nel caso di pane e pasta, andrebbero anche prese misure sanzionatorie nei confronti di chi fa lievitare i prezzi senza ragione". "Basta con la demogagia, bisogna riportare il tema nel suo alveo naturale" – è la replica di Luca Vecchiato, presidente Fippa, che contesta gli aumenti a due cifre denunciati dalle associazioni consumatori e difende la serietà della categoria, ricordando anche il sacrificio di un lavoro svolto di notte. Mercoledì la Fippa illustrerà dunque i suoi dati, su base Istat e dell’elaborazione del Centro studi della Federazione, "per fare chiarezza – precisa Vecchiato – e dimostrare che i panificatori non sono degli affama-popolo". (ANSA).