Per milioni di italiani oggi sarà un giorno di passione, in città assediate dalle auto. L’inevitabile conseguenza dello sciopero del trasporto ferroviario e dei mezzi pubblici, iniziatosi alle 21 di ieri sera con lo stop dei treni. Una protesta indetta da tutti i principali sindacati di categoria, legata alla vertenza per il nuovo contratto unico della mobilità per gli addetti al trasporto locale e ferroviario e ai servizi. I precedenti accordi sono scaduti il 31 dicembre 2007 ma, nonostante due scioperi nazionali, le trattative non sono state avviate. Questo ha portato i lavoratori a decidere di tornare a protestare perché si cominci a ragionare sui nuovi contratti. Così oggi sarà sciopero generale, con il rischio concreto di paralisi del traffico, soprattutto nelle grandi città. Saranno in funzione solo i treni a lunga percorrenza e i trasporti pubblici essenziali nelle fasce di massima frequentazione, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. A Roma sarà garantito anche il collegamento tra la stazione Termini e l’aeroporto di Fiumicino, attraverso il treno Leonardo Express o autobus sostitutivi. Orari e modalità dello sciopero dei mezzi pubblici cambieranno a seconda delle città. A Roma, autobus, tram e metropolitane saranno fermi dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 sino a fine servizio. A Milano, niente mezzi pubblici dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 sino a fine servizio. A Torino, lo sciopero sarà nelle fasce tra le 9 e le 12 e tra le 15 e fine servizio, mentre a Bologna sarà dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 in poi. Infine, stop alla tratta Venezia-Mestre dalle 9 alle 16.30 e dalle 19.30 sino a fine servizio. Giornata difficile anche per il trasporto a rotaie, che ieri sera ha dato il via all’agitazione. Garantiti solo i treni regionali nelle fasce protette (6-9, 18-21) e i treni a lunga percorrenza. Per informazioni sulle altre tratte, i viaggiatori dovranno consultare gli elenchi sul sito delle Ferrovie dello Stato o chiamare il numero verde 800892021. Sarà comunque un lunedì nero, per il disappunto del Codacons, l’organismo che tutela gli interessi dei consumarori, il quale osserva: «Proteste di questo tipo infliggono un enorme danno ai cittadini, quindi sarebbe meglio trovare nuove forme di agitazione, come lo sciopero delle biglietterie e dei controllori, disattivando anche i tornelli anti-evasione. In questo modo, a pagare sarebbe solo il datore di lavoro e non gli utenti».