I maggiori effetti dalla stabilità dell’Euribor Mutui: i tassi calano, le rate no Il centro studi Sintesi: sconto mensile di soli 6,6 euro a famiglia La stima dell’esperto «Vanificati benefici paragonabili alla detassazione della tredicesima» Poteva e doveva essere un Natale più ricco per le famiglie veneziane con mutuo prima casa e, di conseguenza, per i commercianti. Una rata meno pesante – grazie all’abbassamento del tasso di sconto – più disponibilità economiche, più consumi. Invece? Invece niente. Il taglio settembrino di mezzo punto da parte della Bce, come dimostra il Centro Studi Sintesi di Mestre, nel Veneziano si trasforma in un misero sconticino medio mensile pari a 6,6 euro a famiglia. «La rata del mutuo è agganciata al tasso interbancario, ovvero all’Euribor – spiega infatti l’avvocato Paolo Polato, presidente dell’Adusbef provinciale -. E questo tasso è rimasto quasi invariato, visto che gli istituti di credito hanno poca fiducia gli uni nei confronti degli altri». Ora si attende con ansia l’effetto del nuovo taglio di mezzo punto decretato in questi giorni dalla Bce. Taglio che comunque non avrà «ripercussioni» sulla rata di dicembre. «Peccato – dice Michele Bacco, ricercatore del Centro Studi -. Questi provvedimenti potevano portare un risparmio corrispondente alla detassazione della tredicesima». Illusioni. Per le oltre 40 mila famiglie lagunari con mutuo prima casa, insomma, il Natale non sarà meno austero degli anni passati. Il ritocco all’ingiù del tasso di sconto comporta un risparmio risibile. E le elaborazioni del Centro Studi Sintesi di Mestre spiegano il perché. In media ogni nucleo familiare veneziano che sta comprando un appartamento ha acceso con l’istituto di credito un mutuo pari a circa 116 mila euro per una rata da 736 euro. Se questa fosse agganciata al tasso di sconto, allora l’abbassamento di mezzo punto decretato a settembre avrebbe un effetto abbastanza consistente: meno 35 euro al mese, ovvero 420 euro all’anno. Non male. La rata, però, è agganciata all’euribor, ovvero al tasso con cui le banche si scambiano i soldi fra loro. Risultato? Il tasso interbancario, come confermano gli stessi istituti di credito locali, è sceso di circa un quinto rispetto al tasso di sconto. Così, alla fine, la rata mensile cala meno di sette euro. Come il petrolio. Insomma, anche per il mutuo vale lo stesso discorso della benzina. «Quando sale il tasso di sconto – spiega Michele Bacco, ricercatore del Centro Studi Sintesi di Mestre – cresce quasi proporzionalmente anche l’Euribor e quindi la rata. Quando il tasso Bce scende, il risparmio è ridotto al lumicino. Proprio come con il prezzo del carburante che si impenna quando si innalza il costo del barile. Quando questo costo si dimezza, come successo adesso, il prezzo al litro cala in modo impercettibile». Guardando dunque le variazioni di un mutuo contratto a settembre 2005 si può confermare questo trend. Prendiamo per esempio un finanziamento da 120 mila euro per 25 anni. Con un tasso medio del 4,17 per cento, la rata di partenza è di circa 644 euro. Da quel periodo, però, la Bce ha costantemente alzato il tasso di sconto. Tanto che a settembre 2008 la quota mensile arriva a 770 euro: 125 euro in più al mese, 1500 euro in più in inun anno. L’effetto del taglio di mezzo punto decretato proprio a settembre fa calare la rata a 762 euro: 8 euro in meno di prima. Proprio perché l’Euribor è sceso solo di un decimo di punto. Speranze. L’ulteriore abbassamento di mezzo punto deciso in questi giorni dalla Banca Centrale potrebbe risultare più incisivo rispetto al primo. Secondo Codacons la rata dovrebbe calare in media di 24 euro, ovvero 290 euro in un anno. In effetti, «questa ulteriore provvedimento mira a dare nuova linfa non solo alle banche ma anche alle famiglie – spiega ancora Michele Bacco -. La speranza, dunque, è che a questo ritocco all’ingiù non corrisponda ancora un risparmio di 6,6 euro che farebbe calare la rata di circa 12 euro al mese. Ancora troppo poco per ridare fiato ai portafogli dei veneziani». Peccato, però, dicono ancora dal Centro Studi Sintesi. Perché «l’operazione compiuta dalla Bce avrebbe potuto portare a dicembre un taglio corrispondente alla de-tassazione della tredicesima. Invece per ora gli istituti di credito hanno fatto calare di poco il tasso interbancario. In più è difficile pensare che il riflesso di questo secondo provvedimento si faccia già sentire sulla rata dicembre».