Sono oltre 53.000 i bambini in Cina che fino ad ora sono stati sottoposti a cure dopo aver consumato latte in polvere risultato contaminato e che ha provocato la morte di quattro neonati, stando al ministero della Sanità cinese, tra questi 13.000 sono ricoverati in ospedale, 104 in gravi condizioni. Intanto le principali catene di supermercati di Hong Kong hanno ritirato dagli scaffali altri prodotti della Nestlè dopo che alcuni test hanno rilevato la presenza di melamina, sostanza chimica utilizzata per produrre plastica, colle e fertilizzanti. Il responsabile dell’amministrazione cinese incaricata del controllo di qualità, Li Changjiang, si è dimesso ieri in conseguenza dello scandalo del latte contaminato. Intanto l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) "renderà noto mercoledì o giovedì prossimi" le conclusioni di un parere scientifico richiestole dalla Commissione europea in relazione ai rischi per la salute che derivano dall’impiego in un qualsiasi prodotto di latte in polvere contaminato in Cina. La presidenza francese dell’Ue ha chiesto che siano rafforzati i controlli sui prodotti dalla Cina, affinché siano rispettati i regolamenti europei. Apprezzamento per il giro di vite dell’Ue sui controlli all’import di prodotti provenienti dalla Cina è stato espresso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori. la Cia, nel ricordare che in Italia non sussiste alcun pericolo, in quanto non importiamo latte e suoi derivati dalla Cina, sottolinea l’esigenza di non abbassare la guardia in tema di sicurezza alimentare. Per Coldiretti, il giro di vite annunciato dalal Ue va esteso a tutti i prodotti alimentari cinesi, a cominciare dal pomodoro. Confocoperative insiste sia l’Ue che l’Italia debbono rivedere le norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha convocato per oggi nella sede del ministero un vertice per "definire una strategia comune volta a potenziare i controlli transfrontalieri al fine di scongiurare il rischio di introduzione in Italia di prodotti vietati e ridurre a zero la possibilità di rischio per la salute pubblica". Infine, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha trovato in un supermarket cinese di prodotti importati, a Roma, scatole di biscotti cinesi contenenti fra gli ingredienti anche latte in polvere. Da accertare se siano contaminati. Tredici neonati prematuri sono morti in una sola nottata nell’ospedale Tepecik di Izmir (Smirne), la terza città della Turchia, sulla costa occidentale del Paese. La magistratura turca ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dei decessi e le eventuali responsabilità, mentre il Paese torna a interrogarsi con angoscia sull’affidabilità del proprio sistema sanitario. Un caso analogo, ma di dimensioni più gravi, si era infatti registrato appena due mesi fa, quando 48 neonati morirono nel reparto maternità dell’ospedale Zekai Tahir Burak ad Ankara in circostanze ancora non del tutto chiarite. Anche per i decessi di Izmir – tutti avvenuti in una manciata di ore (tra le 20 di sabato e le 7 di domenica) – le prime indiscrezioni parlano di non meglio precisate "infezioni" batteriche o virali che avrebbero trovato facile gioco negli organismi deboli dei prematuri, diversi dei quali pesavano meno di un chilo. I corpi di cinque di essi, che erano stati seppelliti in fretta dalle famiglie già nella giornata di domenica, sono stati riesumati per ordine degli inquirenti per essere sottoposti ad accertamenti autoptici come gli altri. Il direttore del dipartimento della sanità pubblica di Izmir, Mehmet Okzan, ha detto che "una equipe di esperti è già al lavoro e fra qualche giorno si conoscerà la causa di queste morti".