Pochi giorni fa si è svolta presso il Consiglio di Stato una lunga udienza che ha visto contrapposti da un lato l’ENEL dall’altro il Comune di Lacco Ameno insieme al Codacons, rappresentato e difeso dall’Avv. Carlo Rienzi e dall’ Avv. Giuseppe Ursini, responsabile del Codacons Napoli. L’ENEL infatti vorrebbe attivare una cabina primaria insieme ai cavi sotterranei che collegano la cabina dalla costa all’isola per produrre ulteriore energia per l’isola di Ischia Tuttavia la società si è trovata dinanzi alla protesta dei residenti che insieme al Codacons fin dal giudizio di primo grado dinanzi al TAR Campania hanno sostenuto la pericolosità di quella cabina per i valori elettromagnetici prodotti ben superiore ai 0,2 microtesla indicati dalla letteratura scientifica come causa di aumenti di leucemie infantili e recepiti anche da una bozza di decreto del Ministero dell’Ambiente approvata in sede di Conferenza Stato Regioni. Non solo. I cavi che dovranno collegare l’isola alla costa sono posti proprio sotto un ospedale e una scuola. Ebbene dopo avere ottenuto la prima vittoria dinanzi al collegio napoletano con una ordinanza che tra l’altro afferma come il compito dell’ENEL, oggi ricordiamo che l’energia elettrica è privatizzata, non sia assicurare a tutti i costi l’approvvigionamento di energia quando questo condizioni la tutela della salute dei cittadini, ordinando la non attivazione della cabina così come previsto dall’ordinanza del Sindaco di Lacco Ameno, non paga, l’ENEL spa ha impugnato l’ordinanza del TAR Campania dinanzi al Consiglio di Stato chiedendone l’annullamento per i gravi danni economici che provocherebbe la mancata attivazione dell’intero impianto e per il pericolo che gli abitanti di Ischia potrebbero, nelle more, restare privi di energia elettrica.Come se l’attesa che dura già dieci anni possa immediatamente provocare danni e non vi siano in realtà sottesi interessi puramente aziendali. Ma l’ulteriore pericolo è rappresentato anche dall’entrata in vigore della Legge quadro sull’elettrosmog che prevede piani di risanamento lunghi dieci anni per le situazioni più a rischio come se la tutela della salute possa attendere un tempo così lungo per essere attuata. Il Consiglio di Stato, però, nel pronunciarsi sul ricorso dell’ENEL ha deciso di non accogliere la sua richiesta di annullamento dell’ordinanza del TAR Campania ordinando una misurazione nei luoghi all’ARPAC, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, con attivazione della cabina solo per il tempo necessario alle verifiche, in contraddittorio con le parti e di sicuro il Codacons darà battaglia con i suoi tecnici e i suoi medici dimostrando come i valori di quella cabina siano realmente dannosi per la popolazione residente.