Pesanti sanzioni sono previste per coloro che non consegneranno il modello del censimento ai rilevatori. Può capitare però che, per vari motivi, un cittadino non si trovi a casa al momento della riconsegna del censimento. In questo caso si è costretti a lasciare il modulo al portiere in attesa del ritorno dell’incaricato del Comune. Fanno notare i cittadini, però, che questa procedura viola la privacy. Infatti il censimento lasciato nella guardiola del portiere può essere visto dallo stesso, o da chiunque passi da lì, anche approfittando dell’assenza del portiere.
Sarebbe stato molto più semplice, fa notare il CODACONS, consegnare una busta assieme al modulo del censimento, così da tenere il documento (che comunque è personale) al sicuro da occhi indiscreti al momento della riconsegna . Questo invece non è avvenuto.
Lo stesso Garante per la privacy ha affermato che i moduli devono essere consegnati e ritirati esclusivamente dai rilevatori o da altro personale comunale formalmente incaricato in base a precise istruzioni.
Pensiamo a chi lavora e non può farsi trovare a casa al momento della riconsegna del censimento. Queste persone hanno varie possibilità: o si prendono un giorno di ferie (con i danni che ne conseguono), o consegnano il modello al portiere, al vicino di casa o a una terza persona incaricandola di consegnare il modulo al rilevatore, con evidenti rischi per la privacy, o acquistano di tasca loro una busta in cui inserire il censimento e tenerlo così ?segreto?. Chi invece non consegnerà il censimento verrà punito con una multa salatissima. Il CODACONS ritiene illegittima tale sanzione, in quanto il cittadino, nelle situazioni sopra descritte, può essere costretto a violare la restituzione del modello proprio al fine di tutelare la propria privacy, la cui importanza è sicuramente superiore a quella di alcune rilevazioni statistiche. Il CODACONS si impegna ad assistere tutti coloro che, al fine di difendere il proprio diritto alla riservatezza, verranno multati.
All’associazione si è rivolta una signora di Paola (cittadina in provincia di Cosenza) che, su invito dello stesso rilevatore, ha lasciato il modello del censimento al portiere. Tale modulo pare sia stato visto da molti inquilini del palazzo che hanno scoperto una verità da sempre nascosta: la donna, le cui iniziali sono D. M., aveva 10 anni in più di quanti ne aveva sempre dichiarato ed in passato era stata già sposata! Sono così iniziati sfottò, battute e frecciatine che non poco fastidio hanno procurato alla signora, ma la cosa grave è che il modulo è stato visto anche da una vicina che lavora nell’ ufficio del fidanzato della stessa. Questa vicina ?impicciona? non ha esitato a rivelare la vera età di D. M. al collega il quale non sapeva che la sua partner aveva 40 anni anziché 30! Ma c’è di più. La vicina ha rivelato al fidanzato che D.M. era stata già sposata in passato e aveva divorziato dal precedente marito, in quanto questo dato lo aveva letto nello ?stato civile? dichiarato da D.M. nel censimento lasciato nella guardiola del portiere. Il fidanzato, all’oscuro di tutto, infuriato e convinto di essere stato preso in giro, si è recato a casa di D. M. e, dopo averla pesantemente insultata (credeva infatti di essere stato lui il primo uomo con cui D.M. aveva consumato), l’ha lasciata, troncando così un rapporto che durava da ben 2 anni.
Facile immaginare la rabbia di D.M., che si è rivolta all’associazione per denunciare questa grave violazione della privacy. Insomma, grazie il censimento D. M. ha perso il fidanzato ed il rispetto dei suoi vicini di casa!