I fannulloni del pubblico impiego portano Brunetta in tribunale. Scade, infatti, domani il termine per aderire al mega-ricorso che sarà presentato al Tar del Lazio attraverso il Codacons. Nel mirino del Co.f.o. ? l’acronimo del "Comitato fannulloni operosi" costituito apposta per l’occasione ? ci sono le nuove norme sull’assenteismo del ministro per la Pubblica amministrazione contenute nel decreto che ha anticipato la manovra economica prima dell’estate e che vengono contestate perché "illegittime costituzionalmente". Finora sono arrivate 2.500 adesioni al ricorso "che sarà presentato ? assicura il presidente del Codacons, Carlo Rienzi ? entro il mese e che si configurerà come una specie di class action". Proprio lo strumento in più che il ministro dal prossimo anno vuole mettere a disposizione dei cittadini vittime del malfunzionamento della pubblica amministrazione. In particolare, al Tar ? spiega il Codacons ? "si contesterà l’esclusione di trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio; la corresponsione della sola paga base senza indennità o emolumenti nei primi dieci giorni di assenza per malattia; l’estensione delle fasce orarie di reperibilità del lavoratore malato durante le quali possono effettuarsi le visite di controllo". Il ricorso, se vinto, varrà soltanto per chi ha utilizzato le vie legali salvo che, naturalmente, in caso di un annullamento di un atto generale l’amministrazione ne estenda gli effetti a tutti. Il Codacons, infatti, critica il fatto che sia stata trasformata "una causa di forza maggiore di impedimento al lavoro, qual è la malattia (vera ovviamente) in una colpa del lavoratore, che se si ammala viene punito con una sottrazione del suo stipendio. Altrettanto grave è che questa punizione venga inflitta anche al lavoratore che si ammala per colpa dell’amministrazione presso cui presta servizio". Un’iniziativa, quella dei consumatori, commentata a suo tempo così dal ministro quando era stata annunciata dal Codacons a fine luglio: "Sapevo che le associazioni dei consumatori difendevano i cittadini dalle negatività delle imprese e della pubblica amministrazione. Vorrei capire da che parte stanno: dalla parte dei fannulloni o dei cittadini?". Intanto, in questo mese partirà sempre nel pubblico impiego la mobilitazione dei sindacati a sostegno del rinnovo contrattuale e su cui pende la minaccia di uno sciopero generale della categoria. Già a settembre sono previste iniziative su tutto il territorio nazionale e che interesseranno i vari settori: dai ministeri agli enti pubblici non economici, dalle agenzie fiscali alle autonomie locali e alla sanità. Ma l’appuntamento più importante è quello del 17 ottobre quando si svolgerà una assemblea con 5 mila persone tra quadri e delegati, nel corso della quale, sulla base dei risultati ottenuti, si valuterà lo stato della vertenza e le conseguenti iniziative di lotta da assumere. I sindacati chiedono anche la restituzione di quanto è stato tagliato sempre con la manovra economica anticipata prima dell’estate: la riduzione del dieci per cento del fondo per la contrattazione integrativa, che riguarda tutti i lavoratori del pubblico impiego e il "congelamento" della leggi speciali a sostegno della produttività (per ministeri, parastato e agenzie fiscali). Un combinato disposto che, secondo i sindacati, porterebbe da gennaio ad un taglio della busta paga fino a 800 euro. Dato, tuttavia, ritenuto infondato dal ministero.