Quando la burocrazia diventa un nemico?La sig.ra E. P., cittadina romana e proprietaria di una vettura Renault Clio, è coniugata con il Sig. P. M., invalido civile non deambulante. Per via di tale handicap il Comune di Anzio ha concesso a quest’ultimo il permesso di circolazione speciale per disabili, come previsto dal DPR 503/1996. Tale autorizzazione è, ed è sempre stata, esposta sull’autovettura nei modi e nei termini previsti dalla legge. Ciò nonostante alla signora P. (che si è rivolta all’associazione) continuano ad arrivare decine e decine di multe. 13 di queste contravvenzioni sono state addirittura elevate sempre dallo stesso ausiliario e sempre per la stessa infrazione: ?Circolava nella corsia riservata ai mezzi pubblici?.
Ovviamente la signora contesta ogni singola multa, ma, come si sa, non è semplice far valere i propri diritti. Per ognuna delle sanzioni amministrative comminate ingiustamente alla P., quest’ultima è costretta a redigere un ricorso da inviare al Prefetto, recarsi personalmente alla prefettura o andare alla posta per fare una raccomandata a sue spese, tutto ciò allo scopo di ottenere l’annullamento delle multe.
Un’enorme perdita di tempo, di energie e di denaro che turbano non poco la sfortunata signora. Se poi si aggiunge il fatto che P. è anch’essa affetta da problemi fisici per i quali è detentrice a sua volta di un permesso per handicappati, la vicenda si fa drammatica.
Tale raffica di multe non è nemmeno attribuibile all’errore umano, proprio perché la quantità delle infrazioni contestate va al di là di qualsiasi ?sbaglio?, e pare invece costituire una vera e propria persecuzione, dovuta probabilmente alla superficialità e alla negligenza di coloro che sarebbero preposti a rilevare le effettive violazioni del codice della strada.
Ora il CODACONS ha deciso di difendere la signora P. e ha presentato una diffida al Comune di Roma, alla STA e al Comando dei Vigili Urbani affinché provvedano immediatamente a risolvere la situazione descritta. Non solo. Il CODACONS chiede ora al Giudice di Pace la condanna della STA e del Comune a 5 milioni di vecchie lire di risarcimento per il ?danno biologico? subito per lo stress, le file, le raccomandate, ecc.ecc.