«Le vacanze dei comaschi` Non più solo in agosto». Le agenzie di viaggio confermano il trend individuato grazie alla raccolta dei rifiuti: nella prima settimana del mese sono partiti 12 comaschi su 100, quasi la metà rispetto ai 20 dell’anno scorso. E nel weekend scorso il lido di Casate – frequentato soprattutto da comaschi – è stato invaso da 1.500 persone, a riprova di come la città non si sia svuotata.
Responsabili e impiegati delle agenzie rispondono anche che, spesso, si tratta di una scelta obbligata: le vacanze in agosto sono troppo care, così le famiglie partono negli altri mesi estivi o, alla peggio, rinunciano al soggiorno.
CONSUMATORI
Anche secondo Mauro Antonelli – responsabile lariano del Codacons, associazione a tutela dei consumatori – le cause del crollo della vacanza in agosto sono principalmente economiche.
«Gli italiani hanno finito i soldi, i comaschi pure. L’abitudine di partire in giugno, luglio o settembre è ormai consolidata da qualche anno, e il calo delle partenze in agosto che si vede ora è da imputare soprattutto alla crisi economica. La vacanza si accorcia o addirittura salta, se i soldi non bastano. Bisogna precisare – spiega Antonelli – che la moda della vacanza in agosto è tutta italiana: altri Paesi europei hanno dilazionato le ferie, mentre noi siamo ancora legati agli effetti dell’industria degli anni Sessanta. La Fiat chiudeva i cancelli in agosto e le famiglie partivano. Tant’è che, ancora oggi, se bisogna cambiare un pezzo di un televisore ad agosto si fa fatica a trovare un negozio aperto. Ma la mentalità sta cambiando, soprattutto i lavoratori autonomi capiscono che a luglio il soggiorno è più conveniente e le località sono meno affollate. La differenza dei prezzi delle vacanze tra agosto e altri mesi è una speculazione tutta italiana. In alcune località , gli esercenti stilano due listini, uno per i residenti e uno (più caro, ndr) per i turisti».