Secondo la ricostruzione di Vittorio Malagutti, pubblicata ieri dal Corriere della Sera, nella vicenda del crack Cirio addossato ai risparmiatori, hanno svolto un ruolo importante banche e banchieri di primo piano: ? Cagnotti, secondo quanto ha riferito il magistrato, avrebbe discusso di tempi e modalità dei prestiti al gruppo Cirio, in primo luogo con Massimo Mattera (SanPaolo-IMI), con Francesco Saviotti (già amministratore delegato di Comit ed attualmente ai vertici di Banca Intesa), con Ademaro Lanzara (BNL) ed anche con Giorgio Brambilla (già amministratore delegato di Banca di Roma e scomparso alcuni mesi fa)?.
Tra le banche chiamate in causa da Cagnotti che dalla metà degli anni ’90 hanno erogato crediti al gruppo Cirio, spicca Capitalia, che detiene in pegno la maggioranza del capitale sociale dell’azienda agro-alimentare. Ma nella deposizione ? sempre secondo quanto riportato dal Corriere della Sera ? Cragnotti avrebbe trattato il collocamento dei bond Cirio con due fratelli: Matteo e Fabio Arpe, il primo amministratore delegato di Capitalia, il secondo ai vertici di Abax Bank, la banca d’affari del Credito Emiliano che ha guidato i consorzi di collocamento di alcune emissioni obbligazionarie Cirio-Del Monte.
La magistratura penale e civile accerterà le responsabilità di uno dei più gravi scandali finanziari addossati ai risparmiatori ma, fin d’ora, Adusbef-Codacons-Federconsumatori chiameranno in causa le banche ed i personaggi coinvolti (eccetto il compianto Brambilla) e chiederanno l’interdizione dall’attività creditizia di banchieri che, come già risulta inconfutabilmente dagli atti e dalle prove inserite nelle citazioni, hanno scaricato sui risparmiatori 1,150 miliardi di euro di crediti allegri, in precedenza concessi ad un finanziere d’assalto.
In merito alle risposte pilatesche della Banca d’Italia che tenta di addossare alla Consob, per occultarle, le sue gravissime responsabilità di omessa vigilanza, Adusbef, Codacons e Federconsumatori richiamano l’istituto di vigilanza al rispetto di un ruolo istituzionale più sobrio e super partes, evitando tentativi di far finire lo scandalo a ?tarallucci e vino?, e di astenersi dal brindare con banchieri ritenuti i principali indiziati di un crack annunciato.