Roma, 7 dicembre 2004 ? ?Nessuno ci spella come voi?, ecco lo slogan coniato da Intesaconsumatori in antitesi con quello che da giorni ci propina la Tv di Stato per incoraggiarci a pagare il canone.
Qualsiasi ipotesi di aumento del canone ? tuona l’Intesaconsumatori ? si scontra con il buonsenso e la capacità di fornire un servizio che nel rapporto qualità-prezzo sia almeno soddisfacente. Al contrario, con gli spot a pioggia che sforano i limiti di legge, i film riciclati e il livello dei programmi sempre più scadenti (ultimo, il flop di Panariello) per Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori il canone va abolito.
Se è vero, sostiene l’Intesa, che ?Noi li seguiamo perché loro ci seguono?, allora la Rai dovrebbe farsi interprete del malcontento crescente di quanti sono nauseati da questo modo di fare televisione e che se ne allontanano progressivamente con sdegno.
?Il canone ? conclude l’Intesa – nel 2004 si è attestato a 99,60 euro, senza che gli utenti potessero in alcun modo mettere bocca non solo sulla composizione del CDA, ma nemmeno sulla scelta dei programmi a cui quella somma doveva essere secondo loro destinata. Si sta avviando a conclusione l’epoca in cui il cittadino paga per non decidere e la Rai che ?ci segue? deve iniziare a capirlo?.