I Governi del G7 che si riuniscono domani a Londra, hanno il dovere morale e civile di intervenire, anche con l’embargo economico ed il boicottaggio, isolando l’inusitata arroganza del Governo argentino, per salvaguardare oltre ai sudati risparmi dei bond-holders, principi fondamentali del diritto internazionale ad onorare i debiti contratti, calpestati da un esecutivo e dal ministro Lavagna, che ritengono di fare strame degli impegni assunti, a differenza di altri Paesi i quali, anche nel recente passato, hanno rimborsato i debiti contratti.
A meno che questa ostinazione a voler offrire meno di un’elemosina ai risparmiatori di mezzo mondo, questa inusitata arroganza a non aver mai aperto seri negoziati con i rappresentanti dei risparmiatori, non siano avallate e giustificate dalle linee morbide, se non veri e propri appoggi occulti delle diplomazie e dei Governi occidentali, che possono sconfinare nella complicità del silente Fondo Monetario Internazionale, il cui disegno è di addossare ai risparmiatori privati i costi del crack, in cambio del rimborso di oltre il 100 per cento dei prestiti erogati, per un controvalore di 18 miliardi di dollari.
L’arroganza dell’Argentina, che continua a prendere in giro risparmiatori e Stati sovrani di mezzo mondo, non può durare,m a deve essere isolata dalla comunità internazionale che ha l’obbligo di parlare forte e chiaro, non con le armi spuntate della diplomazia, ma con atti concreti fino ad un vero e proprio embargo di rapporti economici e politici, fintanto che il Governo di Buenos Aires non cambi registro onorando gli impegni assunti.
I risparmiatori, anche quelli argentini ai quali il Governo ha riservato proposte più convenienti anche se discriminatorie rispetto alla totalità, stanno rifiutando in massa l’elemosina di un’offerta di scambio carta straccia, che non può avere alcuna probabilità di essere approvata dalla maggioranza degli obbligazionisti. Anche se in Italia si registra la doppiezza di alcune banche, che in pubblico invitano a rifiutare l’offerta, ma in privato consigliano di accettarla, le adesioni dei singoli risparmiatori sarebbe stata fino a ieri, secondo alcune stime, inferiore al 2 per cento, circa 9.000 sugli oltre 450.000.
Intesaconsumatori, non credendo ai dati diffusi dall’Argentina secondo i quali le adesioni sarebbero state del 26 per cento, chiede che autorità indipendenti possano certificare la fondatezza degli stessi dati strombazzati con la finalità di indurre i risparmiatori ad accettare una proposta capestro.
I risparmiatori che tempestano di telefonate le associazioni dell’Intesa, la cui rabbia è equamente addossata a banche e Governo argentino, con una prevalenza che pende ultimamente dagli istituti di credito verso Buenos Aires, oltre a respingere in massa l’offerta scandalosa, preferiscono vendere i bond agli attuali prezzi di mercato che oscillano tra 28 e 32 centesimi, realizzando subito, ciò che il Governo argentino promette di restituire tra i 20 ed i 40 anni, ossia tra il 2025 ed il 2045.