Un governo “molto unito“, di legislatura, che durerà cinque anni, nonostante le “speranze“ di Walter Veltroni e gli “scherzi“ di Umberto Bossi. Lo ha garantito il premier Silvio Berlusconi nella seconda giornata della sua “visita privata“ a Tokyo in vista del G8 che si apre oggi sull`isola di Hokkaido. Una giornata spesa a rassicurare e tranquillizzare il suo esecutivo dopo l`inaspettato attacco di sabato del leader della Lega Nord che, non senza malizia, si era associato a Veltroni nel dire che il governo non avrebbe retto cinque anni. “Umberto Bossi ogni tanto ama divertirsi, invece c`è grandissima unità in questo governo“, ha spiegato il presidente del Consiglio in una conferenza stampa nei locali della residenza dell`ambasciatore italiano in Giappone. Ironica invece la risposta al leader del Pd sullo stesso tema: “Non neghiamogli la speranza“, si è limitato a dire con un sorriso. Ben più seria si è fatta l`atmosfera quando Berlusconi ha confermato la sua posizione su una parte della magistratura che da anni starebbe tramando contro di lui: c`è “una corrente piccola della magistratura che non è mai doma e continua a cercare di sovvertire il risultato del voto attraverso una serie di azioni che partono dal `92 e che sono ancora in atto“. Proprio questa sarebbe la ragione per cui i sondaggi indicano un calo di popolarità dei giudici nel giudizio degli italiani. Sarebbero addirittura al sei per cento di gradimento degli elettori del PdL, ha riferito Berlusconi citando uno dei suoi tanti sondaggi. Confermata la linea dura sul turbolento settore-Giustizia, il premier si è rilassato ed è tornato a commentare con soddisfazione l`attività di governo che procede spedita. E soprattutto dell`andamento della squadra che ben lavora anche grazie agli “innesti“ da lui voluti di “giovani ministri“: “sono veramente molto contento di loro“, ha osservato. A testimonianza dell`attivismo di questa squadra, il premier ha prima confermato che entro il 23 luglio l`emergenza rifiuti in Campania sarà chiusa, poi ha annunciato che è quasi pronto un ambizioso “piano casa“ per rilanciare l`edilizia abitativa. E quindi ha assicurato che per fronteggiare la crisi dell`aumento dei prezzi “le fasce più deboli“ della popolazione saranno aiutate. Si è aperto però un nuovo fronte polemico quando è stato diffuso un comunicato di Palazzo Chigi in cui si ribadisce che il governo rispetterà gli impegni presi in merito all`ampliamento della base “Dal Molin“ a Vicenza. Berlusconi dice, nel comunicato, di ritenere “utile ed opportuno ricordare a tutti il dovere di rispettare gli impegni internazionali liberamente assunti dall`Italia e ribaditi nel corso degli anni da governi di diversa maggioranza politica. Tanto più è necessario questo richiamo sottolinea il premier di fronte ai tentativi di alimentare false aspettative sulla possibilità di rimettere in discussione una decisione già presa e pertanto irreversibile“. Berlusconi quindi ribadisce che il governo “è deciso ad adempiere agli impegni assunti nei confronti degli Usa“. E lo farà “ovviamente nel rispetto delle regole dell`ordinamento interno ed osservando tutte le procedure necessarie“. A nessuno, conclude il premier “può essere consentito di mettere in gioco il prestigio e la stessa credibilità dell`Italia sul piano internazionale“. Immediata la risposta di Olaf Jackson, esponente del presidio permanente “No Dal Molin“ che avverte: “Quello che dice Berlusconi non ci interessa. Noi andiamo avanti sulla nostra strada“. Jackson puntualizza quindi: “Noi attendiamo l`ordinanza sul merito del Tar del Veneto, che ha già accolto la sospensiva per l`ampliamento della base. Le parole di Berlusconi sembrano voler condizionare gli organi della magistratura“. E domani ci sarà la riunione del consiglio comunale di Vicenza che dovrebbe esprimersi sul referendum; sarà presentato un ordine del giorno che chiederà al consiglio di dichiararsi contrario al progetto. Alle parole del premier replica anche, Piero Fassino, titolare degli Esteri nel Governo ombra del Pd: “Credo che la soluzione migliore sia quella indicata dal sindaco di Vicenza: si faccia un referendum, e sulla base di un esito che accerti qual è esattamente la volontà dei cittadini di Vicenza si prendano le decisioni necessarie“. E Marco Rizzo, del Pdci, ribadisce: “Era giusto essere fermamente contrari quando governava Prodi lo è altrettanto adesso che governa Berlusconi“. A Fassino e Rizzo replica il vicepresidente vicario del PdL alla Camera, Italo Bocchino: “Probabilmente dimenticano che Prodi aveva già dato un ok alla base“. Lo scorso 20 giugno, il Tar del Veneto aveva bocciato il raddoppio della base, accogliendo il ricorso presentato nel settembre 2007, con aggiunte successive, dal Codacons Veneto e dall`Ecoistituto “Alex Langer“ di Mestre. L`ordinanza del Tar è stata accompagnata dalla considerazione che “nessuna traccia documentale di supporto è stata riscontrata“ sull`atto di consenso “presentato dal governo italiano a quello degli Usa, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali“.