In alcuni distributori della rete autostradale (dove la maggioranza dei gestori continua a non esporre i prezzi nei cartelloni per paura della concorrenza), il prezzo imposto per 1 litro di verde era ieri pomeriggio pari a 1,129 euro, ad un soffio dal record delle 2.200 lire toccato dalla benzina verde nel 2000, ma con la ripresa del dollaro sull’euro che stamane sui mercati asiatici ha aperto ai minimi da quattro mesi scendendo a 1,1837, presto si sfonderà tale soglia psicologica, con la più completa latitanza del Governo, fedele alleato delle compagnie (petrolifere ed assicurative) che lascia spennare i consumatori.
Il precedente Governo dell’Ulivo aveva sterilizzato l’aumento della benzina con un bonus di 50 lire al litro, cercando di impedire la spirale sui prezzi legato all’accisa (pari a 0,55864 a litro) ed all’Iva, pari a 0,18335 su un litro di benzina che costa 1,100 euro, il cui prezzo al netto delle imposte è pari a 0,35811, mentre si attendono ancora le decisioni del ministro Marzano e del sottosegretario Dell’Elce, che hanno promesso da un paio di mesi sgravi fiscali sui carburanti rimandati alle calende greche, con grave ricadute sulle tasche dei consumatori, che pagano due volte gli aumenti sia come costi secchi alla pompa, che come ripresa dell’inflazione che insidia il potere d’acquisto.
La tendenza rialzista dei prezzi dei carburanti iniziata da mesi (il rincaro complessivo dall’inizio dell’anno è stato di 0,70 euro al litro per la verde, pari a un 7%in più, incide per circa 3,5 euro su un pieno di benzina da 50 litri colpendo oltre agli automobilisti, la filiera dei trasporti ed i relativi costi delle merci riverberando i suoi effetti sull’inflazione e sui falcidiati redditi delle famiglie stremate dalla latitanza del Governo.
Intesaconsumatori chiede al Governo immediate misure fiscali per sterilizzare gli aumenti, pari ad un bonus di almeno 35 centesimi a litro sia sulla benzina che sul gasolio da autotrazione, una commissione parlamentare di inchiesta per monitorare la speculazione valutaria dei petrolieri, pari a 5 cent. di euro al litro, per un importo di oltre 1 miliardo di euro all’anno, misure legislative urgenti per rendere trasparenti i prezzi sia quando salgono che quando scendono le cui arbitrarie doppie velocità sono sotto gli occhi di tutti, e l’eliminazione della doppia tassazione (iva su prezzo benzina e iva su accise), non escludendo un sit-in di protesta a difesa della filiera del trasporto ma soprattutto dei falcidiati (per precise responsabilità degli smemorati che avevano promesso meno tasse) redditi delle famiglie.