Ogni pieno un colpo al cuore: il prezzo della benzina continua a salire e fa suo, in poche ore, il nuovo rialzo nelle quotazioni del petrolio. Ieri, chi si è rifornito di carburante, si è trovato a fare i conti con un ennesimo rincaro record. A far scattare per prima l`aumento è stata l`Agip: il marchio del gruppo Eni ha portato sia il prezzo della verde che quello del gasolio (ormai pari sono) a 1,558 euro al litro, con un incremento di oltre un centesimo rispetto ai prezzi consigliati dal “Quotidiano energia“ ai gestori solo venerdì scorso. Dal greggio a 147 dollari al barile, al carburante a quasi 1,60 euro al litro, il passo – dunque – è stato brevissimo e ha rovinato la partenza a tutti quegli automobilisti che, forse, ieri mattina chiedevano solo di potersene andare in vacanza in pace. Invece al caro-pieno non c`è tregua e riempire il serbatoio di una qualsiasi vettura di media cilindrata costa ormai circa 78 euro. Un livello che le associazioni dei consumatori non accettano: certo – ammettono – dietro la corsa del carburante c`è un complesso quadro internazionale che sconta, sul greggio, le tensioni in Medio Oriente, la crisi dei mutui subprime, la guerriglia in Nigeria a quant`altro. Ma resta il fatto che in Italia il prezzo della benzina è di 4 o 5 centesimi più alto rispetto a quello di molti altri paesi europei e che le conseguenze di tale divario si riversano sui listini di tutti i prodotti. Ieri, per esempio, anche l`Alilauro, specialista delle corse in aliscafo, ha annunciato tagli del 10 per cento nel numero delle corse effettuate e un aumento del 15 per cento sul prezzo dei biglietti. Così, in attesa della sterilizzazione dell`Iva annunciata dal ministro dello Sviluppo Claudio Scajola e aspettando gli effetti della liberalizzazione della rete distributiva prevista dalla manovra, Adusfeb, Federconsumatori e Codacons chiedono interventi immediati ricordando che – considerata una media di due pieni al mese – le famiglie spendono in un anno 310 euro in più rispetto al passato. “Il governo blocchi subito quel carico fiscale che ha procurato all`erario, solo nell`ultimo anno, 2 miliardi e 100 milioni di euro in extragettito“, chiedono Adusbef e Federconsumatori. Dunque “va fermato l`effetto fiscale attraverso la cosiddetta accisa-mobile: diminuirla di 3 centesimi per la benzina e di 6 per il gasolio“. Il Codacons punta invece a potenziare la vendita di carburanti attraverso un massiccio ricorso alla grande distribuzione (come avviene per esempio in Francia). “Aprire pompe di benzina in tutti gli ipermercati – sostiene – consentirebbe un risparmio fino a 8 centesimi il litro“. La politica, dunque, deve occuparsi del problema: una linea sulla quale – dall`altra parte dell`Oceano e con richieste completamente diverse – è schierato anche George W. Bush, presidente degli Stati Unti che ieri ha strigliato il Congresso, accusandolo di “passività “ e invitandolo a dare il via libera ad estrazioni di petrolio in Alasca, Florida e California perché “ogni dollaro extra che la gente deve spendere per la benzina è un dollaro in meno per comprare da mangiare o per mandare un figlio al college“.