Acqua sul fuoco: rischi contenuti per i risparmiatori Niente paura, siamo italiani. Gli istituti di credito del Belpaese hanno rassicurato i propri clienti dopo che il tornado finanziario ha attraversato l’Atlantico lambendo le coste del Vecchio continente. è così che all’indomani del tracollo del colosso belga-olandese, Fortis, quello di Dexia, il prestito ponte da 35 miliardi di euro a Hypo Real Estate e il fallimento della britannica Bradford&Bingley, i telefoni delle banche italiane non hanno smesso di suonare, con i correntisti allarmati per le possibili ripercussioni della crisi internazionale sui propri risparmi. "I rischi per l’Italia restano contenuti e questo vale per assicurazioni e banche, che hanno una liquidità adeguata", ha sottolineato a più riprese il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, lanciando acqua sul fuoco dopo il crollo del titolo UniCredit, alimentato dalla speculazione su un possibile ingresso di Banca Santander a supporto dell’istituto italiano. E proprio da casa UniCredit sono arrivate le prime parole tranquillizzanti sulla vicenda Lehman. "La nostra esposizione netta su Lehman Brothers è limitata a 12 milioni di euro di linee di credito utilizzate, 120 milioni di obbligazioni nette e un valore netto a mark-to-market di 26 milioni di euro sotto forma di rischi di sostituzione". Acqua sul fuoco delle polemiche sulla gravità della crisi finanziaria per il sistema Italia anche da parte di Intesa Sanpaolo. "Credo che ci sia un eccesso di preoccupazione comprensibile ma che sia un eccesso", ha spiegato il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Enrico Salza. Intanto, il gruppo Intesa Sanpaolo ha fatto sapere che la propria esposizione nei confronti del Gruppo Lehman Brothers è tutto sommato limitata. "Abbiamo crediti di cassa per circa 51 milioni di euro, crediti di firma per circa 3 milioni di euro e titoli obbligazionari per un nominale di circa 166 milioni di euro", fanno sapere dall’istituto di credito. "Ci sono poi rischi di sostituzione per un valore netto a mark-to-market di circa 40 milioni di euro". Si respira grande serenità anche in casa Bnl. "L’Europa ha una struttura solida e subisce l’onda lunga degli Stati Uniti", ha dichiarato il presidente di Bnl, Luigi Abete. "Ci sono effetti che si propagano ma non c’è nessun allarmismo. è invece necessario un coordinamento a livello europeo, lasciando alle autorità monetarie le modalità di coordinamento". Possono dunque dormire sonni tranquilli i 3 milioni di clienti privati del colosso franco-italiano. E cosa dire, invece, delle assicurazioni? Se è vero che il collasso di Lehman brothers ha generato effetti limitati sui correntisti italiani, è altrettanto vero che sono in molti, si dice più di 40 mila, gli italiani che hanno sottoscritto polizze assicurative Index linked con sottostanti strumenti finanziari riferibili a società del gruppo Lehman brothers. In base alle ultime rilevazioni, questo genere di prodotti (circa 80 di durata compresa tra 4 e 6 anni per un controvalore tra 1 e 2 miliardi di euro) risulta in pancia a protagonisti e attori della scena assicurativa italiana, da Fondiaria Sai al Gruppo Unipol, da Axa a Zurich, passando per Novata Vita, Mediolanum, Bcc Vita, Uniqua previdenza, Cnc Capitalia Vita, Assimoco e Cnp UniCredit Vita. Alcune società si sono mosse con grande solerzia per evitare di lasciare la propria clientela in balia del fallimento Lehman. I primi sono stati i bolognesi di Unipol che hanno assicurato che le polizze sotto accusa (presenti nei portafogli di 8.500 clienti) verranno comunque rimborsate a scadenza. Si è attivata immediatamente anche Banca Mediolanum, forte di 10.500 risparmiatori toccati dal crollo Lehman pari a un valore di circa 160 milioni di euro. Lanciano un salvagente verso i propri sottoscrittori anche i vertici di Bcc Vita. "Valutata la straordinarietà della situazione creatasi a seguito dell’ingresso di Lehman brothers nella procedura fallimentare prevista dalla normativa statunitense e nella volontà di salvaguardare la clientela del Credito cooperativo, Bcc Vita, compagnia assicurativa del Gruppo bancario Iccrea, garantirà alla scadenza il rimborso integrale del capitale investito dalla clientela e il pagamento delle relative cedole fisse per le Index linked aventi come sottostante il gruppo americano", si legge in una nota emessa dalla società a fine settembre. Più cauti, invece, i vertici di Cattolica Assicurazioni. "Abbiamo un’esposizione diretta piuttosto limitata ai prodotti Lehman e pari a 61 milioni di euro, lo 0,4% del totale degli investimenti", fanno sapere dalla società. "Di questi, circa metà è in gestione separata. A parte, abbiamo altri 22 milioni di euro a rischio cliente". Al momento, tuttavia, Cattolica ha dichiarato di non aver predisposto alcun piano di tutela dei risparmi collegati alle Index linked sotto accusa, ma di monitorare attentamente la situazione negli interessi dei propri clienti. Diversa la posizione delle associazioni dei consumatori. Il Codacons ha deciso di presentare una denuncia penale e preparare una class action contro banche e società di rating, in favore dei risparmiatori coinvolti nel crac Lehman; Adiconsum ha chiesto al presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, un incontro urgente per l’esame della situazione relativa alle polizze unit linked; mentre Adusbef, che stima oltre 100mila risparmiatori italiani coinvolti nel crac Lehman, avvierà un’azione civile contro le banche e le autorità vigilanti.